La terza età è quella dell'oro: anziani più ricchi e ingegnosi

La pensione conta solo per il 60% del reddito: oltre 2,5 milioni integrano con lavoro e investimenti. E 7 milioni aiutano i figli

La terza età è quella dell'oro: anziani più ricchi e ingegnosi

Sono una fetta sempre più ampia della popolazione italiana. E sono gli unici la cui ricchezza non solo non si è assottigliata nell'ultimo decennio, ma è addirittura cresciuta. Il che è una buona notizia anche per i loro familiari: perché è soprattutto all'aiuto economico verso figli e nipoti che gli anziani destinano il proprio patrimonio.
Secondo un'indagine realizzata dal Censis con Fondazione Generali, gli over 70 detengono oggi il 34,2 per cento della ricchezza familiare totale in Italia. Nel 2002 la percentuale era del 28,4 per cento, nel 1991 appena del 19,3 per cento. Una costante galoppata verso un aumento del patrimonio, emersa con più chiarezza da quando è venuto meno il divieto del cumulo tra pensione e reddito da lavoro: prima magari certe entrate non si vedevano perché erano in nero. Così la ricchezza delle famiglie con over 70 è cresciuta in 20 anni del 117,8 per cento, mentre la media complessiva italiana, nel periodo 1991-2012, si ferma al 56,8 per cento.
Se «i longevi» battono tutti gli altri di più del doppio non è perché negli anni del boom hanno conquistato pensioni d'oro. L'importo medio, lordo, dei redditi pensionistici è di 1284 euro, ma il 41 per cento è sotto i 1000 euro. E infatti la pensione rappresenta solo il 64,3 per cento del reddito complessivo di molti anziani. A fare la differenza sono i risparmi accumulati nel tempo, in periodi in cui il rapporto tra prezzi e stipendi lasciava qualcosa da mettere da parte a fine mese, o i redditi da investimenti. Ma anche quelli che derivano dal lavoro. Sì, perché che si tratti di dipendenti o liberi professionisti, 2,7 milioni di 65enni e ultra 65enni hanno un altro lavoro. Saltuario, per un milione e mezzo di persone, continuativo per 929mila.
A lavorare nonostante l'avanzare degli anni è soprattutto chi ha titolo di studio e competenze elevate, che gli consentono di svolgere lavori poco usuranti: il 36,6 per cento degli anziani laureati, il 28,6 dei diplomati, solo il 14,7 per cento di coloro che si sono fermati alla licenza elementare. E se molte famiglie non sono state travolte dalla crisi economica il merito è anche di questi arzilli e operosi anziani. Sette milioni di loro sostengono i figli, mettendo in circolo risorse pari a 5,4 miliardi di euro all'anno. Poi ci sono quei 9 milioni di nonni che si prendono cura dei nipoti (un bel risparmio anche questo, per i genitori): 3,2 milioni di loro lo fanno in maniera regolare.
Se l'età media si è allungata alcuni indicatori sembrano suggerire che sia migliorata anche la qualità della vita. Gli anziani di oggi sono dinamici e attivi: oltre sette milioni di loro guidano l'automobile, 3,7 fanno attività fisica in palestra o piscina. E poi ancora sale da ballo e gite fuori porta. Insomma una generazione vivace.

E relativamente ricca, non solo a livello economico, ma anche nella generosità: 4,7 milioni di anziani autosufficienti e in buone condizioni di salute presta assistenza a coetanei bisognosi o in difficoltà.
In generale, rileva il Censis, l'84,5 per cento degli anziani valuta positivamente la propria vita. Un plebiscito di ottimismo. Che sia questo il segreto della longevità?

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