Tesorieri in rivolta sui redditi on line Tagli ai rimborsi: «sì» della Camera

Tesorieri in rivolta sui redditi on line Tagli ai rimborsi: «sì» della Camera

Come nei romanzi di Agatha Christie, i tesorieri hanno un po’ preso il posto dei maggiordomi: sono sempre loro i colpevoli. Lusi e Belsito hanno sdoganato il termine tesoriere a colpi di milioni di euro di soldi pubblici spariti dalle casse dei partiti. La professione tesoriere, che prima veniva associata nel migliore dei casi alle storie dei pirati, oggi è sulla bocca di tutti. Non tanto per i tesorieri, ma per i tesoretti. Ed è proprio per tener d’occhio i soldi che finiscono nei resort, nelle lauree in Albania e nelle paghette settimanali, che dopo aver sudato sette camicie, ieri alla fine è arrivato il sì della Camera ad un emendamento del Pd sulla riforma dei partiti che prevede la pubblicazione on line dei redditi e della situazione patrimoniale dei tesorieri. Passata alla Camera con 291 voti a favore (ora toccherà al Senato) anche la riforma sul finanziamento dei partiti e i controlli sui bilanci, che dimezza i contributi pubblici. L’emendamento sui tesorieri prevede, invece, che sui siti internet dei partiti aventi diritto ai finanziamenti debbano essere pubblicati annualmente i redditi e i patrimoni dei tesorieri, insieme alle loro altre attività svolte anche indirettamente, pena la decurtazione dell’1% del contributo pubblico. L’uno per cento. Un punto che ha fatto perdere le staffe a tesorieri vecchi e nuovi. In testa al corteo di protesta Ugo Sposetti, storico tesoriere dei Ds: «Scusate, avendo svolto questo mestiere, e non esiste per chi fa questo lavoro il condono tombale, ma qual è la norma che impedisce a uno di rubare? Qualcuno mi spieghi quale norma impedisce di rubare. Non c’è norma, è la storia sono i valori. Se uno non ce li ha, non c’è norma che impedisce di rubare». Per contestare la pubblicità on line dell’anagrafe patrimoniale dei tesorieri, Sposetti ha scomodato anche i nomi di Citaristi e Stefanini «sempre assolti dopo lunghi anni di sofferenza. È alla loro memoria che io voterò contro questo testo». Con la polemica montata da Sposetti si schierano anche le voci di Giuliano Cazzola, Jole Santelli e Enrico La Loggia del Pdl.


Manco a dirlo c’è un aspetto curioso: l’emendamento votato e contestato è a firma Paolo Fontanelli, ex sindaco di Pisa, ex Ds e oggi deputato Pd, proprio come Sposetti. «È un testo riduttivo ma si tratta di un passo avanti», si è giustificato Fontanelli. I tesorieri ora sono trasparenti. E i tesoretti?

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