Da quando la politica è entrata all'interno delle aule scolastiche e universitarie, non da oggi, si è cementata la convinzione che quello dovesse essere uno spazio a uso esclusivo della sinistra. I collettivi rossi spadroneggiano nelle scuole e nelle università, supportati anche da docenti di chiara estrazione di sinistra ma se la politica dev'essere parte della vita scolastica, allora dev'esserlo in modo bipartisan, lasciando fuori qualunque estremismo e accogliendo il dialogo e il confronto tra correnti di pensiero diverse.
Ma così non è, perché ai collettivi rossi vengono concessi spazi che a quelli di destra vengono negati. Il messaggio che sembra passare è che chi non è allineato non ha diritto di espressione. A Torino si è acceso lo scontro tra Gioventù Nazionale e una frangia di studenti del liceo artistico Primo. Tutto inizia quando i primi si presentano all'esterno della scuola per consegnare volantini inerenti un progetto contro la cosiddetta "cultura maranza", ossia le baby-gang e le violenze che si stanno diffondendo in tutte le città. Vengono insultati da esponenti di un collettivo di sinistra della scuola, qualcuno dei presenti bestemmia e grida "ti ammazzo" nei confronti degli studenti di Gioventù Nazionale e intervengono anche i docenti per cercare di mandare via i militanti del gruppo di destra. Il collettivo di sinistra accusa Gioventù Nazionale di aver agito con violenza, arrecando anche "ferite e accerchiamenti conseguenti ad un rifiuto del volantino".
Tutte le parti cercano di tirare la verità dalla propria parte: i toni si sono alzati da parte di entrambi ma emerge anche l'intento di bloccare un'attività che è espressione di un diritto garantito, lasciando l'egemonia a una sola corrente di pensiero, che non si sposa con la democrazia. Lo spiegano proprio dal collettivo rosso quando dichiarano che "l’incontro è iniziato con la ricerca di un dialogo, con l’intento di spiegare il motivo per il quale studenti e professori non volessero movimenti portanti ideologie discriminatorie e divulganti odio davanti alla propria scuola". Da parte di Gn, il responsabile di Torino Riccardo Combina non arretra: "Continueremo le nostre attività nelle scuole che a loro piaccia o no".
Il giorno dopo, i docenti della scuola decidono di fare una sorta di flash mob, tenendosi per mano e posizionandosi davanti all'ingresso dell'istituto, come a sbarrare l'ingresso a chi è dichiaratamente di destra, quindi Gioventù Nazionale. Può un volantino fare così paura? Il caso si è allargato, tanto da richiedere l'intervento dell'onorevole Augusta Montaruli, parlamentare di Fratelli d'Italia: "Rappresenta un salto di qualità nei tentativi di isolare e lanciare lo stigma su quegli studenti che militano a Destra. I docenti dovrebbero essere arbitri imparziali, non tate coccolone di una parte, e pericolosi cattivi maestri che reiterano gli atteggiamenti dei quindicenni".
Gli anni più bui della nostra storia italiana, scrive l'onorevole, "sono iniziati così, con i violenti liberi di agire e coperti, giustificati, sostenuti anche da persone più grandi che avrebbero dovuto favorite il dialogo anziché il muro, come il patetico schieramento inscenato dai docenti di stamane anche visibilmente incarna".