«Tre anni sotto accusa senza un vero perché»

«I lavori sotto accusa sono quelli di costruzione del '65, il cambio di destinazione d'uso dell'84, la ristrutturazione del 2001. Io sono entrato in carica nel 2006: si sapeva che non c'entravo nulla, ma mi hanno processato lo stesso». Al momento del terremoto Luca D'Innocenzo era presidente dell'Adisu, l'azienda per il diritto allo studio dell'Università dell'Aquila, che gestiva la casa dello studente crollata tragicamente, e per questo è stato indagato. Ieri il giudice, su richiesta del pm, lo ha assolto. «Avrebbero potuto prosciogliermi da subito e invece anche ieri abbiamo dovuto rispiegare le date». Perché tenere una persona inchiodata a un processo per tanto tempo? «Perché c'era un certo clima all'Aquila dopo quei fatti tragici e quel processo è diventato un simbolo».

Per tre anni e mezzo D'Innocenzo ha portato il peso di un'accusa pesantissima: «Sono stati anni duri, non è facile parlarne. Io mi sono subito dimesso dall'incarico all'Adisu, ho chiesto il rito abbreviato e non lo spostamento del processo. Ma ora è inutile fare polemica: non serve ad avere la verità sulla morte dei ragazzi».

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