Tre volte addio

Oltre 15mila in piazza Duomo, i cori della curva rossonera, gli applausi delle alte cariche dello Stato e il dolore dei familiari. L'ultimo addio che rende omaggio al Cav

Tre volte addio
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Milano è come un manto soffice. Sembra muoversi appena. Poco prima delle 15, con il cielo azzurro terso e le nuvole candide a macchiarlo qua e là, tutte le vie attorno a piazza Duomo attendono. Una attesa che si sente vibrare nell'aria. Ovunque, anche lontano dalla cattedrale. Una attesa silente, emotiva, carica di dolore e di gratitudine. Un'attesa quasi smarrita prima dell'ultima preghiera, prima dell'ultimo omaggio, prima dell'ultima carezza al leader che è venuto a mancare poco più di quarantotto ore fa, troppo poco per aver metabolizzato quanto accaduto. E quando, infine, il feretro arriva, fende la folla che colma la piazza e si ferma sul sagrato, all'ombra della Madonnina, allora scoppia il boato liberatorio. "Un presidente - urlano i tifosi dal cuore rossonero - c'è solo un presidente". Poi gli applausi si levano fino al cielo e colmano il baratro che si è venuto a creare dentro. E poi ancora, ancora applausi: lo accompagnano sin dentro al Duomo dove ad aspettarlo ci sono i suoi cari, i figli, la famiglia, le più alte cariche dello Stato, gli amici, i compagni di una vita. Tutti lì per l'ultimo abbraccio a Silvio Berlusconi.

E l'ultimo abbraccio è fatto anche di lacrime e rispettosi silenzi. Quando la bara in mogano è lì vicina sembrano quasi sfiorarla, accarezzare le rose bianche e le rose rosse che vi hanno adagiato sopra. E, proprio mentre il silenzio riecheggia lungo tutta la navata principale, le parole dell'arcivescovo di Milano Mario Delpini provano a riassumere quella che stata una vita grande in tutto. Una vita che, però, non è facilmente riassumibile con poche parole. "Vivere - scandisce - vivere e amare la vita. Vivere e desiderare una vita piena. Vivere e desiderare che la vita sia buona, bella per sé e per le persone care".

Sembra quasi di riveder tutto il film della vita del Cavaliere. I successi, le città costruite dal nulla, le televisioni che hanno cambiato la televisione, il Milan dei sogni e tutto quel luccicare di Coppe dei Campioni. E poi ancora: Forza Italia e Palazzo Chigi (per ben quattro volte), una marea di elettori e i traguardi, in politica interna ed estera. Il desiderio di vita è lo stesso che Berlusconi ha sempre sentito scorrere nelle vene. Lo stesso che Berlusconi ha sempre saputo tirar fuori in ogni situazione infondendo fiducia e ottimismo a chiunque gli fosse vicino.

Chissà quali ricordi si sono stretti davanti agli occhi di chi, oggi pomeriggio, era lì a rendergli omaggio. I familiari e gli amici di tutta una vita, in primis. Ma anche le oltre 15mila persone che lo hanno applaudito lungo le vie di Milano, che lo hanno atteso in piazza Duomo o che hanno seguito i funerali dal televisore di casa. Ognuno avrà avuto i suoi a riecheggiargli dentro quando, per le navate del Duomo, sono risuonate le note del Silenzio d'Ordinanza eseguito da un trombettiere dell'Aeronautica Militare e poi, dopo, quando la piazza gli ha dato l'ultimissimo abbraccio prima che il carro funebre lo riportasse via.

Quelle carezze (delicate) dei figli e di Marta Fascina alla bara. Le lacrime sotto il sole che brucia mentre salgono le note dell'Inno di Mameli. E, infine, l'ultimo pensiero. Ognuno il suo. Addio, papà! Addio, Silvio! Addio, presidente!

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