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Trent'anni tra comizi e provocazioni. Quando gli artisti diventano pasdaran

Come sempre, il Concertone del Primo Maggio è una fucina di polemiche e per la conduttrice Ambra Angiolini "è giusto che sia così"

Trent'anni tra comizi e provocazioni. Quando gli artisti diventano pasdaran

Come sempre, il Concertone del Primo Maggio è una fucina di polemiche e per la conduttrice Ambra Angiolini «è giusto che sia così». Giusto o non giusto, da decenni il palco di piazza San Giovanni è la tribuna ideale per comizi, provocazioni, campagne elettorali e autopromozioni. Ha iniziato Elio con le sue Storie Tese già nel secondo anno di questo evento, ossia nel 1991, quando interrompono il classico Cassonetto differenziato per il frutto del peccato e cantano una versione distorta di Cara ti amo elencando i nomi dei super politici di allora, da Andreotti a Cossiga. Risultato: la Rai interrompe lo show e il grande Vincenzo Mollica si precipita sul palco per intervistare Ricky Gianco. Due anni dopo tocca ai Litfiba, che attaccano Giovanni Paolo II per le scelte della Chiesa su preservativo e aborto: Come mai il Papa parla sempre di sesso - urla Pelù - non dovrebbe essere metafisico?». Apriti cielo. Dieci anni dopo, nel 2003, Daniele Silvestri è più politico e se la prende con Silvio Berlusconi: «Se c'è una guerra di cui vorrei parlare è quella che il nostro governo sta dichiarando alla magistratura italiana». Il mondo politico si azzuffa, l'esibizione viene tolta da YouTube e da allora per qualche anno il Concertone andrà in differita di venti minuti, non si sa mai.

Nel 2007 ci pensa il presentatore Andrea Rivera a vestire i panni del provocatore chiedendo al Vaticano perché erano stati concessi i funerali ai dittatori Pinochet e Franco ma non a Piergiorgio Welby (che aveva scelto l'eutanasia in Svizzera). In poche parole, in questi trent'anni il concerto dei sindacati al Primo Maggio ha progressivamente ridotto la propria ricerca musicale per alzare il profilo delle polemiche. Dici Concertone e pensi alle polemiche, più che alla musica. Nel 2013 fu annunciata la partecipazione di Fabri Fibra ma l'associazione Dire (Donne in rete contro la violenza) gli rinfaccia i testi «sessisti e misogini» e lui viene cancellato dalla lista dei partecipanti due settimane prima di salire sul palco. Curioso pensare che i brani di Fabri Fibra non sono mai stati censurati o cancellati da nessuna piattaforma, da nessuna radio e da nessun'altra tv...

Nel 2014 Piero Pelù se la prende con «il non eletto, ovverossia il boy scout di Licio Gelli». Si era a ridosso delle elezioni europee, Renzi prese il 40 per cento dei voti, vinse la causa e Pelù lo risarcì con 20mila euro. Costavano di più i due Rolex che Sfera Ebbasta indossò sul palco nel 2014 celebrando la festa dei lavoratori. Lui non chiese scusa: «Se vi basta un outfit Gucci per rovinarvi la serata, vuol dire che avete un problema molto più grosso da risolvere».

La Rai lo ha avuto nel 2021 con Fedez che se la prese con il senatore della Lega Andrea Ostellari in merito al disegno di legge Zan sulla omotransfobia. Denunce. Minacce. Telefonate registrate. Ma poi Fedez sale sul palco e sbeffeggia la Lega senza problemi.

Insomma il Concertone è come i social: pieno di polemiche ma poi tutto finisce lì.

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