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Troppe meduse, reti antisqualo per bloccarle

Piano europeo di prevenzione. Danneggiano pesca e turismo: via alle barriere all'Elba e nelle Eolie

Troppe meduse, reti antisqualo per bloccarle

Nuotano silenziose a pelo d'acqua. Quasi trasparenti, sono subdole perché quando meno te lo aspetti ti sfiorano con i loro lunghi tentacoli e provocano un dolore fortissimo. Lasciando qualche volta anche fastidiose cicatrici.
Sono le meduse, piccoli animali infestanti, che con la loro presenza riescono a provocare danni per centinaia di milioni di euro, fra pesca e turismo. E questo solo nel bacino del Mediterraneo. Per questo, a livello dell'Unione Europea, è nato il progetto Med-Jellyrisk che mira a mitigare il loro impatto sull'uomo. Uno degli obiettivi è evitare che le meduse raggiungano le nostre spiagge. Quest'anno sarà possibile grazie all'installazione di speciali reti, in grado di impedire a questi animali di nuotare entro venti, trenta metri dalla riva. La sperimentazione sta per partire in una ventina di località balneari: Lampedusa, Favignana, Ustica, Alcamo Marina e isole Eolie, per quanto riguarda l'Italia. E poi ancora Hammamet e Monastir - in Tunisia -, Ibiza - in Spagna - e Malta. L'installazione sta avvenendo proprio in questi giorni, per partire ufficialmente a luglio. Mentre intorno all'isola d'Elba sono state già montate - una è lunga ben 300 metri - da qualche mese e hanno comportato il raddoppio dell'afflusso di turisti. «Il loro funzionamento è molto semplice: si tratta di galleggianti di polistirolo ai quali è attaccata una rete, lunga fra i 50 e i cento metri, che in questo modo ha la possibilità di galleggiare - spiega Stefano Piraino, docente all'università del Salento, coordinatore del progetto -. Questa è molto fitta nei primi trenta centimetri, e ha una profondità massima di 25 metri. Normalmente viene installata, lungo la linea di costa, a circa venti metri dalla riva».

La sua presenza impedisce alle meduse di avvicinarsi ai bagnanti, e di pungerli. «Funziona molto bene, come dimostra l'esperienza dell'Elba, dove i turisti quest'anno sono raddoppiati - prosegue -. Ma queste reti non esistono solo nel Mediterraneo. Per la prima volta hanno fatto la loro comparsa in Australia, dove la puntura delle meduse è mortale. Poi, dopo il deposito di un brevetto internazionale, sono arrivate anche in Costa Azzurra e nel Principato di Monaco». Assomigliano un po' alle reti anti squalo che esistono in alcune località degli Stati Uniti, del Sud Africa e dell'Australia. Anche se, vista la mole decisamente diversa delle meduse, non sono di metallo e non sono fisse.

«Il nostro obiettivo è mitigare il più possibile l'impatto di questi animali, che a livello economico è davvero disastroso - conclude l'esperto -. Basti pensare che ogni ricorso in codice bianco al pronto soccorso costa circa 220 euro al sistema sanitario nazionale. E, solo nel Salento ovvero in un'area di circa 300 chilometri di spiagge, fra il 2009 e il 2013 ci sono state duemila richieste del genere a causa delle meduse. Per le quali sono andati in fumo 400mila euro. Mentre in un solo anno in una città come Valencia le richieste sono state 11mila. Se si estendono queste cifre all'intero bacino del Mediterraneo si capisce come le meduse possano causare danni per centinaia di milioni di euro ogni anno.

Che speriamo di non sprecare più grazie a questo sistema di controllo».

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