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Troppi euroscettici L'Europa finanzia un pool per oscurarli

Bruxelles destina 2,5 milioni in vista delle elezioni 2014. La campagna di propaganda andrà su web, tv e giornali

Troppi euroscettici L'Europa finanzia un pool per oscurarli

Sul web è subito partito l'allarme: arrivano le «pattuglie pro-Ue» e il bavaglio agli euroscettici. Non è proprio così, ma certo la notizia che ha scovato ieri il britannico Daily Telegraph è curiosa: «L'immagine dell'Unione europea» presso i suoi cittadini è «in pericolo», e il Parlamento europeo si appresta a finanziare (per 2 milioni e mezzo) una struttura interna addetta a contrastare le opinioni anti-europee, non solo monitorando il dibattito in rete, ma anche intervenendo là dove necessario.

Secondo Bruno Waterfield, corrispondente da Bruxelles del Telegraph (giornale filo-conservatore, e dunque assai critico verso la Ue), il «documento riservato» preparato a Strasburgo prefigura un «blitz propagandistico senza precedenti» in vista delle elezioni europee nel 2014. La preoccupazione, si legge nel documento, è che «la crisi economica, con l'alto tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani, stia provocando una sempre minor fiducia nelle istituzioni europee da parte dei cittadini: è evidente che l'immagine dell'Unione è in sofferenza», e che i vari movimenti anti-europeisti trovano ascolto crescente, soprattutto nei paesi più a rischio. Bisogna dare una risposta a queste tendenze, è il monito che arriva dagli uffici di Bruxelles, e «per rovesciare la percezione che l'Europa sia il problema, è necessario comunicare all'opinione pubblica che la risposta a questa sfida è “più Europa”, e non meno».
Di qui la nuova strategia di «comunicazione istituzionale» abbozzata nel documento: occorre «monitorare la pubblica opinione», per essere in grado di «identificare in uno stadio precoce se le pubbliche discussioni su social media e blog siano potenzialmente in grado di attirare l'attenzione dei media e dei cittadini».

I funzionari del Parlamento europeo addetti alla comunicazione riceveranno dal prossimo mese un addestramento ad hoc: «Dovranno essere in grado di seguire in tempo reale le discussioni e gli umori, di individuare i trending topics (gli argomenti che fanno tendenza sulla rete, ndr) e di reagire rapidamente, in modo mirato e efficace, per intervenire nella conversazione e influenzarla, fornendo fatti e cifre per smontare i miti che si creano».
A questo scopo, verrà incrementata a 2 milioni di euro la spesa per l'«analisi qualitativa dei media», con la necessità di trovare circa 900mila euro extra-budget. E il Telegraph fa una severa disamina delle cifre che l'Europa si appresta a spendere per la propria «immagine» e per mettere riparo alla disaffezione dei cittadini verso gli organismi elettivi della Ue. In vista del voto del 2014, insomma, notevoli fondi verranno spostati su quella che il giornale britannico definisce «autopromozione dei parlamentari europei». Dieci milioni di euro per un «controverso museo dell'Europa», quasi un centinaio per una «Casa della storia europea» che aprirà nel 2015 per «promuovere la consapevolezza dell'identità europea», e poi un incremento dell'85% delle spese per «seminari, simposi e attività culturali», mentre le spese per «informazione audiovisiva» cresceranno a più di cinque milioni.

Per non parlare dell'aumento del 15% dei finanziamenti del Parlamento ai partiti europei, come il Ppe o il Pse.

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