Troppi ostacoli nella staffetta Napolitano costretto a frenare

Consultazioni più complicate del previsto, il presidente prende tempo. "Ritmi intensi, nulla di rituale". Incarico a Renzi non prima di domani

Troppi ostacoli nella staffetta Napolitano costretto a frenare

Roma - Problemi? Questi? Alfano che alza un po' il prezzo, Vendola che vuole restare all'opposizione perché «Matteo ha resuscitato il Cavaliere», la sinistra del Pd, «forte» di ben sei senatori, che minaccia di non votare il governo di Renzi. Problemini forse, ostacoli piccoli piccoli, sufficienti però a far slittare l'operazione porte girevoli. E così, dopo un sabato di consultazioni, avremo una domenica di riflessioni. L'investitura infatti derapa a lunedì, il giuramento a mercoledì. «Il mio lavoro è finito - dice Giorgio Napolitano lasciando lo studio alla Vetrata - siamo stati rapidi per dare spazio e serenità a chi avrà l'incarico». Renzi è rimasto a Firenze e in serata va alla partita. Tanto a Roma c'è il capo dello Stato che media per lui, che smussa gli angoli, che prepara il terreno. L'avrà pure subìto, sarà pure lontanissimo dal sindaco per età e atteggiamenti, però adesso Napolitano sembra quasi averlo politicamente adottato. Letta è stato spazzolato e ripiegato, è sparito dai radar del Quirinale, dove ora ci si dà da fare per il «bimbo», considerato l'ultima carta per salvare la legislatura e sperare di far partire le riforme. Alfano chiede più spazio ma alla fine mollerà. Vendola al momento non serve, magari più in là. «Se Matteo mi stupisce...», dice. Quanto a Civati Pippo e Casson Felice, nessuno crede realmente che abbiano la forza e il coraggio di far saltare tutto. La fretta resta, il vuoto di potere prolungato resta l'incubo del Colle. Solo che ci vuole tempo per far abbassare le onde, occorrono un giorno o due per far decantare rancori e far sfogare i tipici rilanci di una trattativa del genere.

Il presidente, al termine di due giorni di confronti ravvicinati con i partiti, resta comunque ottimista. Gli ostacoli, questa è l'impressione prevalente, sono solo tattici, nessuno ha voglia di andare a votare. E nonostante i rapporti personali, anche l'incontro con Silvio Berlusconi è positivo: Forza Italia rinnova l'impegno per le riforme e annuncia un'opposizione responsabile. Il Cav non si metterà di traverso. Il capo dello Stato appare rilassato e difende la scelta della fretta. «È stata una giornata per me interessante, ricca di stimoli e indicazioni. Sottolineo che le consultazioni, pur svolte con ritmo intenso, non hanno avuto nulla di rituale o formale. Tutte le delegazioni si sono impegnate entrando nel merito di valutazioni sulla natura della crisi e sulla sua possibile soluzione indicando temi e priorità che si augurano siano al centro dell'attività di chi avrà il mandato». E questi «stimoli» verranno «trasmessi» al futuro nuovo premier.

Napolitano ha spianato, però Renzi ha ancora del lavoro da fare. «Chi avrà incarico di formare il governo, avrà bisogno di tutto il tempo necessario per le consultazioni e le intese», dice ancora il capo dello Stato. La domenica e forse una parte del lunedì servirà quindi per chiudere i punti tuttora aperti. Il programma, che Ncd non vorrebbe troppo «di sinistra». Ma soprattutto la composizione dell'esecutivo. Quanti alfaniani riusciranno a salvare la poltrona? E Angelino ce la farà a fare il vice? E Scelta civica? Senza contare che pure Napolitano tiene gli occhi sulla composizione della squadra: ad esempio, per l'Economia vorrebbe qualcuno che poi vada d'accordo con Mario Draghi. Insomma, siamo ai dettagli.

«La prossima settimana sarà decisiva - spiega il socialista Nencini, rivelando in parte gli umori del Colle - Perché il nuovo governo sia l'ultimo e non solo il secondo della legislatura, nell'agenda ci devono essere lavoro, fisco e riforme». Ma il 2018 è lontano.

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