Uccisa nel bosco: forse il senegalese aveva un compliceDiciannovenne massacrata vicino a Livorno

Potrebbe non essersi chiuso con l'arresto di Ablaye Ndoye il caso dell'omicidio di Ilaria Leone, la ragazza di diciannove anni trovata morta in un uliveto di Castagneto Carducci. Gli inquirenti stanno infatti ricostruendo minuto per minuto quanto accaduto prima, durante e dopo il delitto per capire se vi possano essere dei complici coinvolti. Ad ammettere l'ipotesi investigativa è lo stesso procuratore di Livorno, Francesco De Leo. Intanto è stata depositata dalla pm Fiorenza Marrara la richiesta di convalida dell'arresto.
La famiglia della giovane vittima ora attacca, attraverso i legali di fiducia. «L'assassinio di Ilaria Leone poteva essere evitato», sostengono gli avvocati Nicodemo Gentile ed Antonio Cozza. «Questo omicidio è stato generato dalla malata ed inapplicata procedura riguardate l'espulsione degli irregolari». «La famiglia - proseguono - chiede con forza e determinazione al ministro dell'Interno, al questore e prefetto di Livorno, di conoscere le reali ragioni per le quali non si è data effettività ai decreti di espulsione nei confronti del presunto assassino». «Contrariamente ad alcune descrizioni distorte - sottolineano Gentile e Cozza - Ilaria era generosa, vera, solare e lavoratrice, come tutta la famiglia di appartenenza...

Amareggia e sconvolge, invece, i familiari, il fatto che il Ablaye sia uno spacciatore, noto alle forze dell'ordine, uno violento, con precedenti penali specifici, per reati commessi anche nella piccola comunità toscana, irregolare in quanto destinatario nel tempo di plurimi decreti di espulsione, ancora una volta mai eseguiti».

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