Coronavirus

"Variante già nota, no ad allarmismi". Schillaci sul Covid in Cina

Informativa del ministro della Salute: "Timori, ma evitare interpretazioni allarmistiche". L'appello all'Ue: "Limitare l'afflusso di passeggeri positivi"

"Variante già nota, no ad allarmismi". Schillaci sul Covid in Cina

La recrudescenza del Coronavirus in Cina continua a destare preoccupazioni per i Paesi europei che hanno ormai superato l'emergenza, ma al momento non si è raggiunto quel livello di urgenza e dunque in Italia non bisogna far scattare il panico. In sintesi è questa la rassicurazione data dal ministro Orazio Schillaci che, intervenuto nell'informativa al Senato, ha fatto il punto della situazione su quanto sta accadendo a Pechino.

Nel frattempo è stata firmata la proroga fino al 30 aprile 2023 dell'obbligo dell'utilizzo delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale. Per domani è stata convocata l'Unità di crisi: l'obiettivo resta quello di "rafforzare il monitoraggio sull'evoluzione epidemiologica derivante dai potenziali rischi".

Schillaci: "No ad allarmismi"

Ieri il ministro della Salute ha firmato l'ordinanza che dispone tamponi antigenici obbligatori e il relativo sequenziamento del virus per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito nel nostro Paese. A suo giudizio è indispensabile un "costante monitoraggio" nel timore che compaia una nuova variante differente da quella Omicron.

In tal senso ha rivolto un appello all'Unione europea per arrivare a un'intesa trasversale: "È necessario un raccordo in sede Ue per prendere una decisione comune che possa servire a limitare l'afflusso di persone positive dal Paese asiatico". I controlli sui voli diretti dalla Cina non sono in grado da soli di arrestare l'arrivo del virus: ecco perché è stato chiesto di fare luce anche sui voli indiretti.

Allo stesso tempo Schillaci ha voluto sottolineare l'importanza di "evitare interpretazioni allarmistiche" visto che, almeno per il momento, le varianti che alimentano i casi a Pechino "sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale". I dati preliminari relativi ai test su passeggeri provenienti dalla Cina e positivi al Covid-19 "evidenziano la circolazione di varianti e sottolignanggi già presenti sul nostro territorio".

La situazione paradossale della Cina

Schillaci ha dichiarato che la situazione in Cina rappresenta "un unicum quasi paradossale", anche perché l'argine della vaccinazione "non ha funzionato". Eppure la strategia di contenimento del Coronavirus si è basata quasi del tutto sulle misure di limitazioni personali: "Ha applicato norme di restrizione e mitigazioni impressionanti e inaccettabili per una democrazia".

"Una lezione per l'intero pianeta su come non vada mai gestita un'epidemia", è il duro giudizio del ministro della Salute.

Che ha spiegato come l'impennata di nuovi casi a Pechino sia impressionante: "Le stime non ufficiali degli osservatori occidentali arrivano a oltre 250 milioni di casi, circa un abitante su cinque, con una previsione a breve di oltre un milione e mezzo di decessi".

Commenti