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Verdone respinto al seggio: "Non so se voterò il Pd"

Domenica scorsa il regista si era fatto male in moto e non era riuscito a votare

Verdone respinto al seggio: "Non so se voterò il Pd"

Sono quasi tre milioni i cittadini che sono tornati a votare al ballottaggio delle primarie del centrosinistra. Un dato in leggero calo rispetto a domenica scorsa, che il presidente del comitato dei garanti Luigi Berlinguer ha, comunque, definito "meno che fisiologico" e che, in ogni caso, sembra decisamente ininfluente rispetto agli oltre 20 punti percentuali di scarto che, dopo lo scrutinio dei primi seggi, dividono il segretario piddì Pier Luigi Bersani dal sindaco "rottamatore" Matteo Renzi.

Sotto la scure delle giustificazioni respinte al ballottaggio del ballottaggio cade anche Carlo Verdone. Il regista romano, da sempre elettore di centrosinistra, si è visto rifiutare la sua motivazione per non aver votato al primo turno ("Mi sono fatto male in moto") dal seggio di via dei Giubbonari, a due passi da Campo dei Fiori. È lo stesso regista a raccontare l’episodio al Secolo XIX. "Ero andato pure due volte sabato - ha spiegato il regista - portando le giustificazioni necessarie", vale a dire un certificato medico e, in più, la carta d’imbarco per Madrid, dove da mercoledì a venerdì presentava Posti in piedi in Paradiso. "Non sono un furbastro dell’ultimo minuto - si è, quindi, sfogato Verdone - questo modo di fare non mi piace. Come se dicessero: è una cosa nostra. Mi sento dispiaciuto, anzi arrabbiato. Defraudato di un diritto, come cittadino. Non saprei dire - ha, infine, concluso - se voterò ancora Pd".

Non c'è solo Verdone tra gli elettori "respinti". Uno di questi casi è stato raccontato direttamente da Renzi che ha parlato di una giovane21enne in lacrime perché non era riuscita a votare. Ma non solo. Don Piergiorgio Baronti, parroco di Bottegone (in provincia di Pistoia) non è stato fatto votare nonostante fosse, di fatto, un "assente giustificato". "Il 25 novembre - ha spiegato con una punta di polemica - non ho potuto votare perchè ero a Napoli. Convinto di potermi iscrivere tranquillamente per il ballottaggio ho provveduto a giustificare la mia assenza al primo turno, per motivi lavorativi, con una dichiarazione su carta intestata. Capisco che ci sono delle regole, ma non vedo uno spiraglio di democrazia in questi paletti".

È stata invece fatta votare, alla faccia della "rottamazione", Francesca Russo, classe 1913 - cento anni il prossimo 25 gennaio - che a Camerata, nel cuore del Cilento ha voluto dire la propria nelle primarie senza però svelare la sua scelta ("Il voto è segreto").

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