RomaPescare in Rai candidati da spedire a Strasburgo è sempre stato un vizio della politica italiana. Vizio bipartisan, ma particolarmente praticato dal centrosinistra.
E ora, dopo le (non smaglianti) prove politiche di Lilli Gruber e Michele Santoro, il Pd ci riprova con David Sassoli, volto noto del Tg1, occhio ceruleo che buca il video, grande seguito di fan femminili, e grande visibilità nelle ultime settimane come accorato conduttore delle dirette dallAbruzzo terremotato. Da sempre collocato, nel Cencelli Rai, col centrosinistra: tendenza Ds (dicono i Ds) ma anche sinistra cattolica (dicono i cattolici, portando come prova il fatto che suo padre era direttore della prestigiosa «Discussione» Dc), a suo tempo molto veltroniano ma ora ben visto dai dalemiani. Sassoli, soprattutto, risolverebbe un bel problema a Dario Franceschini, ormai in riunione permanente sulle liste: gli consentirebbe di levare di mezzo lingombrante candidatura a capolista per il Centro di Goffredo Bettini, già eminenza grigia di Veltroni, da sempre in conflitto con lanima franceschiniana ma fortemente appoggiato dai Ds (non dalemiani) del Lazio. Che ora promettono guerra: «Non si può fare fuori il coordinatore che ha messo in piedi il Pd».
Sassoli sarebbe restio a finire nel cimitero degli elefanti di Strasburgo abbandonando il video, memore delle crisi di astinenza che han riportato sugli schermi sia Gruber sia Santoro, ben prima della scadenza del mandato. Ma Franceschini insiste, e intanto lavora anche a convincere Andrea Riccardi, leader della potente comunità di SantEgidio. Ancor più restio, ma «non è ancora chiusa», assicurano al Pd. Definitivo invece il «no» di Ignazio Marino, il luminare medico leader della battaglia sul testamento biologico, cui il Pd ha offerto capolistature ovunque, ma che non vuole farsi «deportare» in Europa per lasciare campo libero ai teodem.
La circoscrizione Centro, però, non è lunica in agitazione. Al Sud è in corso un braccio di ferro con DAlema, che vorrebbe capolista il presidente di Red ed ex ministro Paolo De Castro o il potente (in termini di preferenze) Gianni Pittella. Franceschini tenta di contrapporre il nome di Gianfranco Carofiglio, scrittore e senatore, ma i dalemiani fanno muro. Così ieri è stato lanciato in pista il nome di Franco Marini, ex presidente del Senato. Che ha subito seccamente declinato: «Non ci penso nemmeno». In Campania è guerra: gli ex Ppi sono furiosi per la distribuzione delle candidature, che li penalizza a vantaggio di Bassolino (che candida il suo ex assessore Cozzolino), della Bindi (che sponsorizza lex assessore Montemarano), dei liberal Ds (Pagano) e dei rutelliani (Losco). Per questo, proprio da Napoli, sarebbe partito il tam tam che reclamava Franco Marini come capolista al Sud, ma lui ha smentito seccamente: «Non ci penso nemmeno».
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