Il volto di sant'Antonio che mette d'accordo la scienza con la fede

Il volto di sant'Antonio che mette d'accordo  la scienza con la fede

Ora - grazie alla scienza - possiamo guardare in faccia sant'Antonio da Padova. Ritratto in 3D, altro che quel viso un po' così tipico dei «santini». A prima vista ricorda un po' frate Giuseppe Cionfoli, il cappuccino che nel 1982 e 1983 al Festival di Sanremo fece breccia (nelle orecchie, ma soprattutto nei cuori) con brani ormai diventati un classico del vintage vinilico-religioso, quali Solo grazie e Shalom. Ora, in tempi di suor Cristina che balla che canta e balla come un'indemoniata, l'immagine old fashion di uno dei santi più venerati del mondo sembra fatta a posta per riconciliarci con un'iconografia sacra diciamo pure di stampo francescano, nel senso di san Francesco d'Assisi (di cui non a caso san'Antonio fu «allievo») ma pure di papa Francesco Bergoglio.
E allora viva Santo António de Lisboa, al secolo Fernando Martins de Bulhões (Lisbona, 15 agosto 1195 – Padova, 13 giugno 1231) con la sua carnagione olivastra, i suoi occhi profondi e marroni, le sue labbra carnose e quel suo filo di barba. Una «fotografia» elaborata tridimensionalmente seguendo le tecniche di ricostruzione forense. Il «ritratto» è stato realizzato nel laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell'Università di San Paolo in Brasile dal designer Cicero Moraes il quale ha lavorato «alla cieca», non sapendo fino alla fine di quale personaggio si trattasse. Il risultato è «miracoloso», e non poteva essere diversamente visto che parliamo di un santo tra i più avvezzi ai prodigi. La «polaroid» di sant'Antonio è stata mostrato al pubblico, ieri nel corso del convegno nell'ambito del «Giugno Antoniano patavino»: un'operazione resa possibile dall'evoluzione delle nuove tecniche di ricostruzione forense, rese famose al grande pubblico anche attraverso serie televisive come CSI o Bones.
Tutto ha inizio da un'intuizione del Museo di Antropologia dell'Università di Padova. «Avevamo già ricostruito volti di nostri antenati e di personalità del nostro territorio come il poeta Francesco Petrarca – racconta Nicola Carrara, il conservatore del Museo di Antropologia –. Perché non ricostruire quello di sant'Antonio di Padova, la personalità legata alla città di Padova più famosa al mondo? In questa scelta è stato fondamentale il contributo del Centro Studi Antoniani. Di sant'Antonio avevamo il calco del cranio, realizzato nel 1981 in occasione della ricognizione dei resti del corpo e una prima ricostruzione fatta dallo scultore Roberto Cremesini nel 1995. Era davvero quello il vero volto del Santo? A distanza di 30 anni avevamo le conoscenze e le tecniche per verificarlo. E il risultato della nostra ricerca è sorprendente».
Avvincente la storia, quasi come un film: «Volevamo che Cicero Moraes lavorasse alla cieca, per non essere influenzato dalla grande personalità cui apparteneva quel cranio – spiega Carrara –. Gli abbiamo comunicato solo i dati essenziali: maschio, 36 anni, caucasico e gli abbiamo lasciato campo libero». Gli scarni indizi sono confrontati con migliaia di dati forensi, archiviati in tutto il mondo. E dal mare di informazioni Moraes, senza saperlo, ricava la prima, inequivocabile conferma: è un iberico, probabilmente un portoghese. Per Moraes la scoperta che si tratta di sant'Antonio, santo veneratissimo in Portogallo e in Brasile, è un colpo al cuore: «A ogni passo mi domandavo chi fosse quell'uomo. Quando l'ho saputo, sono rimasto senza parole, letteralmente meravigliato. Nonostante io non sia particolarmente religioso, ho sentito una grande responsabilità: milioni di persone nel mondo avrebbero visto in faccia il loro Santo».
Entra in scena a questo punto l'ultimo importante attore: il Centro de Tecnologia da Informação «Renato Archer» di Campinas (San Paolo), un centro specializzato nella stampa 3D ad alta precisione. Dai suoi laboratori riemerge il volto di sant'Antonio, a quasi 8 secoli dalla morte.


Il volto di sant'Antonio rimarrà in esposizione dal 12 al 22 giugno negli spazi della Mostra della devozione popolare, presso la Basilica di Padova (Chiostro del beato Luca Belludi). Ora anche il variegato merchandising dei gadget dedicati al Santo dovrà adeguarsi alla nuova immagine di Antonio. E già si prevede un ritocco sui prezzi. Tutt'altro che sacrosanto.

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