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Voto di scambio, pm contro nuovo testo. Zanda: "Correggeremo"

Nonostante l'approvazione alla Camera, dopo la levata di scudi di pm e Repubblica, Zanda promette correzioni al testo

Voto di scambio, pm contro nuovo testo. Zanda: "Correggeremo"

È bufera sul nuovo testo sul voto di scambio. La norma, relativa al 416 ter, e approvata dalla Camera ha scatenato la rivolta dei pm e del partito di Repubblica. Infatti, proprio dopo un articolo del quotidiano di Scalfari, secondo cui il nuovo testo comprometterebbe molti processi per mafia, il Pd corre subito ai ripari. Il presidente dei senatori democratici, Luigi Zanda, si è subito affrettato a precisare che "Il Senato correggerà certamente il testo del 416 ter".

Ma cosa c'è che non va? Sostanzialmente un avverbio e un sostantivo: rispettivamento "consapevolmente" e "procacciamento". Il testo, approvato da Pdl-Pd e Scelta Civica alla Camera, recita così: "Chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal terzo comma dell'articolo 416-bis in cambio dell'erogazione di denaro o di altra utilità è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. La stessa pena si applica a chi procaccia voti con le modalità indicate dal primo comma".

Insomma, come ha scritto Roberto Saviano su Repubblica, "se prima bastava la mera promessa di voti da parte dell'organizzazione mafiosa perché il candidato fosse punibile, ora è necessario provare il procacciamento, cioè un'attività concreta di ricerca e raccolta voti per quel determinato candidato da parte dell'organizzazione criminale, utilizzando la sopraffazione tipica delle organizzazioni mafiose". Ecco lo scandalo che ha fatto infuriare i pm: per schiaffare qualcuno in galera servono le prove. Una cosa che parrebbe sacrosanta, ma non per tutti. Non importa se, come lo stesso autore di Gomorra ammette, "non è più solo l'erogazione di denaro punibile come possibile oggetto di scambio, ma anche "altre utilità". Il vulnus risiede nella necessità di provare il procacciamento, cosa "molto difficile da individuare, perché implica la necessità di cogliere il boss e i suoi affiliati mentre fanno "campagna elettorale" per il politico in questione, convincendo - con i loro mezzi tipici - i cittadini a vendere il loro voto".

E pensare che è stato il Partito Democratico ad accelerare l'iter. "Ora i Pm dicono così sul voto di scambio? Bene, ma non è un mio problema. È un problema del Pd. Sono loro che hanno chiesto il provvedimento a gran voce ed è stato il presidente del Senato a dare la sede deliberante al ddl. Se la vedessero loro ora. Se mi chiedono di bloccarlo io lo blocco, ma sono loro che devono prima chiarirsi le idee", ha dichiarato il presidente della commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma.

"Mi auguro che si trovi il modo di superare l’inghippo emerso in queste ore sulla modifica all’articolo 416-Ter del codice penale sul voto di scambio", ha spiegato il fondatore di "Libera", Don Luigi Ciotti. Eppure, per il Pd Davide Mattiello, ex coordinatore del noto gruppo antimafia e difensore del nuovo testo, si tratta "del primo tentativo di normare l'innesco del reato di concorso esterno, che è la forza della mafia". Anche Walter Verini, capogruppo democratico in commissione Giustizia, e Danilo Leva, presidente del Forum Giustizia del Pd, appoggiano la nuova norma: "La Camera ha approvato all’unanimità la riforma dell’articolo 416 ter per raggiungere un traguardo fondamentale: uno strumento in più nella lotta contro la criminalità organizzata e contro la contiguità fra mafia e politica. Lo scambio non è più, infatti, circoscritto alla sola erogazione di denaro ma a qualsiasi altra utilità (appalti, concessioni, assunzioni). L’ambito della punibilità è ampliato, condizione più sfavorevole per il reo e quindi non applicabile ai processi in corso". La norma, approvata dalla Commissione Giustizia della Camera, è ora all'esame in sede deliberante a Palazzo Madama.

"È una campagna denigratoria che avrà l’effetto di rallentare i lavori e non far approvare subito un testo che amplia le responsabilità per il reato di voto di scambio", ha tuonato il presidente della commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, aggiungendo che "il testo lo conoscevano tutti, anche Cantone. Perché non parlarono prima?".

Ferma la reazione da parte del Pdl. "L’attacco rivolto da Saviano al testo 416 ter ora in discussione al Senato è del tutto pretestuoso. Ai suoi occhi quel testo avrebbe il gravissimo torto di porre il problema di provare l’avvenuto procacciamento di voti, mentre invece per una improbabile promessa basterebbe un pentito falso per costruire un teorema.

A nostro avviso la lotta alla mafia va sempre accompagnata dalla certezza del diritto", ha sottolineato Fabrizio Cicchitto.

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