Intesa sceglie Beltratti, vince la linea di Bazoli

È stata una lunga giornata quella che ieri ha visto salire il professore della Bocconi, Andrea Beltratti, alla presidenza del comitato di gestione di Intesa Sanpaolo al posto di Enrico Salza. Tutto è cominciato la mattina, con la riunione del comitato nomine, che, prima di formulare la propria proposta per la composizione del nuovo cdg, ha dovuto risolvere l’impasse del parere legale chiesto dal consigliere Pietro Garibaldi sulla possibilità dell’esistenza di un «patto occulto» tra le Fondazioni per la designazione del presidente. Ipotesi che i tre studi legali Pedersoli, Portale e Visconti e Maccabruni hanno escluso, consentendo così al comitato di proseguire nei lavori. Nel pomeriggio, è stata la volta del cds, che si è concluso con la nomina dei nove componenti (contro i precedenti 11) del nuovo cdg: a Beltratti si affiancano i due vice, Marcello Sala e Giovanni Costa, Corrado Passera, indicato come consigliere delegato e ceo, più i consiglieri esecutivi Marcello Sala, Giovanni Costa, Paolo Campaioli, Roberto Firpo ed Emilio Ottolenghi. Beltratti, nonostante le voci che volevano una parte del cds schierata a favore di una riconferma di Salza, è stato votato all’unanimità.
Il risultato è stato possibile grazie al gran lavoro diplomatici svolto in prima persona dal presidente del cds, Giovanni Bazoli. «Ho apprezzato - ha dichiarato Giuseppe Guzzetti, presidente di Cariplo, tra i principali azionisti della banca con la Compagnia di San Paolo - il lavoro del cds e di Bazoli, che ha condotto in porto il rinnovo del cdg con un risultato, non scontato, che non poteva essere migliore». A spingere per una soluzione immediata con Guzzetti sarebbe stato anche l’ad Corrado Passera così da non lasciare la banca scoperta nel pieno della nuova bufera finanziaria.
Raggiunto dal Giornale, Beltratti si dice entusiasta: «È un incarico di grande responsabilità che intendo svolgere al meglio, mi metterò subito al lavoro. Se la Compagnia mi ha candidato significa che crede in me, cercherò di ripagare la fiducia dei soci». Ieri Beltratti ha incontrato Giulio Tremonti, il primo impegno un banca lunedì quando il cdg attribuirà le cariche a Passera, mentre il 14 maggio è in calendario l’approvazione della trimestrale.
Il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia, al centro delle polemiche nei giorni scorsi per l’iniziale candidatura, poi saltata, di Domenico Siniscalco, ha cercato di gettare acqua sul fuoco: «Beltratti acclamato presidente del cdg è il tangibile riconoscimento della capacità di aggregazione della proposta della Compagnia di San Paolo e di questo siamo grati a chi ha condiviso la candidatura e fiduciosi per le sfide del prossimo futuro. Beltratti sarà interlocutore del territorio al cui sviluppo l’attività della banca è orientata e in questo avrà in Salza un grande esempio a cui ispirarsi». Un paragone forse un po' azzardato, dal momento che è stata proprio la Compagnia di San Paolo a scegliere di non ricandidare Salza, reo a suo dire di non avere saputo valorizzare l’area torinese all’interno del gruppo.
In realtà la tensione a Torino resta alta. Ieri, infatti, si sono incontrati gli 11 consiglieri dell’ente torinese firmatari del documento di sfiducia verso Benessia, colpevole, a loro giudizio, di non avere saputo fornire una indicazione univoca per la presidenza di Intesa e di non avere saputo preservare la stabilità della Compagnia. I «dissidenti» contano di potere raggiungere un voto risolutivo per fare decadere Benessia già nella riunione del consiglio generale del 12 maggio.
Tornando a Beltratti, anche per il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, la sua nomina è un segnale di «rinnovamento importante, che segue un’esperienza positiva e di grande rilievo quale è stata la presidenza di Salza».

«Per me è un esempio», ha aggiunto Beltratti riferendosi all’ormai ex presidente del cdg. Il presidente leghista della Regione Piemonte, Roberto Cota, che inizialmente aveva appoggiato la candidatura di Siniscalco, si è invece augurato che con Beltratti Intesa torni a essere una «banca del territorio».

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