A malincuore, e sentendomi in colpa, sono con lAssociazione dei gestori di locali notturni quando afferma che le proibizioni concernenti il consumo di alcol «non ottengono e non otterranno risultati in termini di diminuzione della mortalità per abuso». Sono con la citata Associazione, debbo sùbito precisarlo, se le proibizioni e le imposizioni delle autorità si risolvono in tabelle anti stragi - con minuziose indicazioni del tasso alcolico tollerabile o non tollerabile - da esporre in bar, discoteche e via dicendo. Le tabelle sui tassi di alcolemia accettabili a seconda del sesso e del peso corporeo sono senzaltro utili. Ma davvero si pensa che giovani scavezzacollo si soffermeranno pensosi davanti al poster fitto di voci e di numeri prima di concedersi un aperitivo? Ne dubito.
Forse quella che azzardo è per i sociologi e per i comunicatori unassurdità: ma ho la convinzione che non ci sia oggi difetto dinformazione, per le trasgressioni pericolose. I ragazzi e le ragazze non ignorano gli effetti devastanti del consumo di droga. Ne hanno esempi agghiaccianti su tutti i quotidiani, su tutte le televisioni, su tutti gli schermi cinematografici. Sanno ma non ne tengono conto. Chi scola una bottiglia di vino prima di mettersi al volante non ignora né che è proibito né che è rischioso. Non occorrono tabelle per farglielo sapere. Semplicemente è uno sbruffone incosciente che dei divieti e dei rischi se ne infischia.
Ripeto: non manca quasi mai linformazione, e nemmeno una teorica sanzione. Manca invece quasi sempre, se linfrazione è grave, una punizione adeguata ed espiata. La diminuzione degli incidenti stradali è stata un effetto della patente a punti, ossia dun tipo di castigo semplice e automatico (gli spaccatori del capello in quattro si sono comunque adoperati per vanificare la novità). Ma le reazioni indignate riguardano i casi tragici, con morti o feriti. A quel punto si apprende che il «pirata» di oggi era già «pirata» ieri, che lo si era scarcerato, che gli era stata ridata la patente. Il tutto grazie - si fa per dire - alle sorprendenti decisioni di giudici dediti allindulgenza, e a un ossequio a mio avviso eccessivo al precetto nobile e abusato in base al quale tutti devono essere ritenuti innocenti fino a sentenza di terzo grado. Il mio parere è che dopo una condanna in primo grado uno sia presunto colpevole, e dopo il secondo grado presuntissimo.
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