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Invasi dai parrocchetti. Scappati dalle gabbie colonizzano i parchi

Per gli esperti l'arrivo dei pappagallini potrebbe minare la fauna metropolitana

Un colorato e chiassoso stormo di uccelli sta occupando i parchi e i giardini delle maggiori città europee. Sono i parrocchetti, quei pappagallini verdi dal becco rosso originari della fascia tropicale di Africa e India, spesso adottati come animali domestici. Ma estremamente adattabili al freddo e alla vita urbana: in mancanza di foreste o savane la città è diventata habitat tanto ideale da permetterne la riproduzione. Dunque, sono perfettamente in grado di sopravvivere anche quando scappano dalla gabbia o vengono deliberatamente «fatti volare» via, magari perché non si sa a chi lasciarli durante il periodo di vacanza.

Molti cittadini trovano che il loro canto e la loro livrea colorata mettano allegria, mentre gli esperti parlano di specie invasive da eliminare per evitare i danni che causerebbero alla fauna e alla flora autoctona.

L'ultima querelle in ordine di tempo arriva da Glasgow, in Scozia, dove si trova lo stormo di pappagallini più settentrionale mai avvistato ad oggi. Intervistato dalla Bbc Stan Whitaker dello Scottish Natural Heritage, un'agenzia governativa che sta promuovendo uno studio sugli effetti di questo stormo di una trentina di esemplari, ha sostenuto che le specie invasive hanno sempre un profondo impatto non solo sulla natura ma anche sull'economia e sul modo in cui viviamo, che i loro escrementi possono portare malattie e le conseguenze a lungo termine non sono calcolabili.

Data la dimensione limitata della colonia propone di catturarli e rimandarli al mittente (non è chiaro se questo comprenda il negozio di animali dove sono probabilmente nati o la savana africana, o magari una foresta di Sri Lanka). L'alternativa più spiccia sarebbe quella di abbatterli senza tanti complimenti.

Al momento in realtà l'unica interferenza segnalata in Europa è stata quella con specie «locali» quali l'assiolo e il picco muratore, ai quali i variopinti pennuti avrebbero «occupato» i nidi ricavati nelle cavità degli alberi.

Eppure sono in molti a trovarli allegri e deliziosi. Molti cittadini li difendono e i loro colori brillanti hanno fatto sì che gli esotici uccelli spopolassero sui social, Facebook e Instagram in primis.

I parrocchetti dal collare d'altro canto fanno parte delle diecimila specie aliene animali e vegetali presenti in Europa. Le più note delle quali sono le tartarughe dalle orecchie rosse, gli scoiattoli grigi e le zanzare tigre. E si sono da anni installati anche nelle maggiori città italiane, come turisti esotici dediti al Gran Tour.

La Fondazione Bioparco di Roma ha lanciato una campagna «Occhio all'alieno» per educare i cittadini prima che acquistino un animale da compagnia e sensibilizzarli sulle conseguenza del loro abbandono in natura. Roma del resto ospita una delle colonie più massicce, che imperversa nei tanti parchi cittadini. La presenza è attestata dagli anni '90 dopo che molti romani, che li avevano acquistati per seguire una moda passeggera, «aprirono le gabbie» dopo che la moda passò. Al Parco di Monza sono considerati una attrazione e postati su Facebook, mentre a Genova i verdi pappagalli hanno diviso i cittadini: chi lancia l'allarme pensa che la loro diffusione ormai si parla di centinaia di esemplari partita dai parchi cittadini ma che si sta spostando alle valli adiacenti alla città, stia minacciando le culture di ortofrutta, un po' come succede nei Paesi di origine con le piantagioni di caffè. Intanto i parrocchetti sono arrivati a colorare il cuore di Scampia, il Parco di Marianella, e qualcuno spera già in un segno di buona fortuna.

Per ora i parrocchetti, imperturbabili, continuano a cinguettare.

E in effetti vederli svolazzare liberi tra i rami di un parco cittadino fa più piacere che sentirli cantare chiusi in una gabbia sbirciando fuori da una finestra, verso il cielo e una agognata libertà.

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