«Io, assessore col romanzo nel cassetto»

«Io, assessore col romanzo nel cassetto»

Avrebbe potuto anche essere una scena del film «Benvenuti al sud», con l'assessore leghista «costretta» a scendere a Napoli (anzi a Villaricca, comune conurbato con Giugliano) per ritirare un premio letterario. Ma alla fine, proprio come nella commedia di Bisio, erano tutti felici. Felice il comitato del concorso «Il Racconto nel cassetto» che ha saputo soltanto all'ultimo la vera identità del vincitore; e felice lei, l'assessore lombardo alla Cultura Cristina Cappellini che aggiunge un nuovo successo alla sua passione segreta, la narrativa. «Non è il primo concorso di narrativa che vinco - rivela la Cappellini che nella presentazione del curriculum ha volutamente omesso i suoi titoli istituzionali per evitare disparità - ma questo mi ha fatto particolarmente piacere perchè è arrivato in un momento particolare della mia vita». Per una volta i titoli non contano ed è stata la sua penna a colpire nel segno con un racconto, Un calcio allo specchio, scritto di getto l'estate scorsa e che vede protagonista un calciatore in crisi di identità che riscopre i valori etici dello sport contro la corruzione dei costumi. Un tema, quello del calcio, che nasce dal suo Dna familiare; il papà, Renato Cappellini, è stato uno storico centravanti dell'Inter nell'era di Mazzola. «In casa mia abbiamo sempre masticato calcio e anch'io ho ovviamente ereditato la fede nerazzurra. Non nascondo che la figura di mio padre abbia influito sull'idea del racconto». Una passione indomita fin da ragazzina, quella della scrittura, malgrado la carriera politica le lasci sempre meno tempo. «Ma le proprie passioni, nei limiti del possibile, è un dovere coltivarle. Alla vigilia del mio incarico in Regione - che non mi aspettavo - avevo appena terminato il mio primo romanzo che spero di riuscire quanto prima a pubblicare». Anche il romanzo, come molti dei suoi racconti, parla del viaggio come metafora. «In tutte le mie storie c'è spazio per i luoghi che hanno sempre un risvolto simbolico e introspettivo. Nel romanzo, la protagonista parte per un'avventura on the road che, attraverso situazioni reali e flashback, la aiutano a trovare la soluzione di un antico trauma, e quindi se stessa».
Due anime apparentemente lontane, la narrativa e la passione politica, anche se a ben vedere un minimo comun denominatore traspare tra le righe. «Nelle mie storie, siano esse ambientate in Veneto, in Scozia o in Sardegna, l'identità territoriale emerge sempre come parte integrante dell'indole dei protagonisti e delle situazioni. Uno dei miei racconti, ad esempio, si svolge durante la cerimonia popolare della faradda dei candelieri a Sassari.

I luoghi, con i loro simboli e le loro tradizioni culturali, rappresentano sempre l'anima del mondo e quindi di ogni persona. E io, da scrittrice e amministratore, sono appassionata di tutte le culture popolari, dalla Lombardia al Tibet».

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