«Ma io lo assolvo: la Chiesa ascolti, è sponsor di fede»

RomaSenatore Bondi, Avvenire e Famiglia Cristiana hanno chiesto le scuse pubbliche per l’invettiva di Adriano Celentano, molti cattolici si sono sentiti offesi, Sanremo è quasi commissariata. La Chiesa, lei dice, con il tempo rivaluterà questo intervento. Crede che sia possibile?
«Capisco che molti cattolici possano essersi sentiti offesi per la provocazione di Celentano, ma in uno spirito cristiano guarderei alla sostanza della sua esibizione. E la sostanza è che Celentano ha elevato un inno alla religione, alla fede cristiana e al messaggio d’amore universale di Cristo».
In un’intervista a Tgcom lei ha ammesso di aver acceso la televisione un po’ prevenuto nei confronti di Celentano. In che cosa il Molleggiato è riuscito a stupirla?
«A suo modo, Celentano ha toccato un punto cruciale della discussione sul cristianesimo. Celentano ha affrontato, forse anche per ragioni personali, il tema della morte e del Paradiso in termini che una parte della stessa Chiesa non affronta più. Basta ascoltare le prediche domenicali di molti sacerdoti, che non hanno la capacità di parlare dei problemi ultimi della vita».
Perché parlare di vita e di morte è così difficile in televisione?
«Forse solo un uomo di spettacolo, un attore qual è divenuto Celentano, poteva porre queste questioni in termini così forti da essere recepiti da tutti, dai dotti e dalle persone semplici, ma non per questo meno interessati alla fede. Benigni li ha affrontati a suo modo da un punto di vista culturale, alto, non a caso in grado di farlo apprezzare maggiormente dagli intellettuali, da una élite genericamente di sinistra. Celentano invece esibisce l’etichetta di ignorante, ma la fede, la religione - lo ripeto - è un fenomeno popolare, che supera ogni distinzione legata ai ceti sociali e alla cultura accademica».
Crede che Celentano debba scusarsi per gli attacchi ai giornali?
«Sì, farebbe bene a precisare che l’attacco ai giornali cattolici era in effetti una provocazione e una caduta di stile rispetto ai temi che ha voluto evocare».
Crede che invece la Chiesa farebbe bene a rivedere con attenzione l’intervento televisivo di ieri sera?
«Sì, anche come cattolico ritengo che la Chiesa dovrebbe approfondire il giudizio su ciò che ha detto Celentano. Un esame meno emotivo e più meditato dimostrerebbe che Celentano è un formidabile sponsor della religione e della fede. Forse è un po’ eretico, ma quanti eretici hanno reso grande la storia della Chiesa. Io sono in fondo uno studioso dell’eresia, a partire dagli studi di Delio Cantimori».


Come interpreta il momento che la Chiesa sta vivendo, e le ultime fughe di notizie che sembrano svelare duri scontri in Vaticano in vista di una successione?
«Non so giudicare, ma anche da ciò che emerge la figura di Benedetto XVI risalta nella sua santità e nella sua tragica grandezza e forse solitudine».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica