Si può affermare tutto il male possibile dei Dico, a partire dall'acronimo, che sembra scelto apposta per dare loro meno importanza. Sono certamente frutto di un compromesso fra le due anime del governo, quella della sinistra cattolica e quella della sinistra-sinistra; sono un tentativo attento a non scontentare troppo la Chiesa e finiscono per istituire una specie di matrimonio minore, di seconda fila, per cittadini di serie B. È però indubbio che qualcosa andasse fatto per sanare la situazione delle coppie di fatto - omosessuali o eterosessuali che siano - riconoscendo alla loro unione diritti e doveri, anche senza il matrimonio. Forse perché non sembrasse creata su misura per i gay, la nuova legge fa anche di più, estendendo diritti e tutele a tutti i conviventi, pure a quelli legati soltanto da rapporti di affetto e amicizia, parentela e solidarietà.
È vero, la Costituzione tutela la famiglia. Ma se la società sta andando, in Italia come nel resto del mondo occidentale, in direzione contraria alla famiglia tradizionale, è la Costituzione che deve venire adeguata ai nuovi stili di vita dei cittadini e della società, non viceversa. È giusto che due persone che hanno liberamente deciso di vivere insieme tanti anni siano responsabili l'una per l'altra in materia di cure e abbiano poi diritto a una parte della reciproca eredità. Lo stesso vale per il diritto alla casa e così via. È una questione di civiltà e di libertà.
Male ha fatto il governo, dunque, a presentare alla società italiana un provvedimento di simile portata con un decreto legge, piuttosto che con un normale dibattito parlamentare. Anche perché, così facendo, forse costringerà la Destra a un'opposizione per blocchi contrapposti soffocando la voce e il contributo di chi, nella Casa delle Libertà, non è sfavorevole a una regolamentazione in materia. C'è da augurarsi però che la Destra non cada in un simile tranello. Questa infatti è proprio una di quelle riforme che sarebbero dovute partire dalla Casa delle Libertà, quando era al governo, come semplice affermazione di un principio liberale. È vero, la legge proposta è discutibile per la forma, per i tempi lunghi dei diritti acquisendi e per il rinvio a un futuro indefinito sulla questione fondamentale della reversibilità della pensione. Ma è proprio qui che l'opposizione deve agire per migliorarla: badando cioè a dare ai cittadini più possibilità e opportunità, piuttosto che ridurle o cancellarle.
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