(...) il grido di dolore, arriva da Elio Salterini, imprenditore genovese titolare della ditta «Salterini Stelvio Sas». Acquista in varie parti del mondo, tra cui la Cina, importa e distribuisce materiale per disabili, riabilitazione, articoli medicali: una tradizione che va avanti dal 1941, «lanno in cui mio papà - spiega Elio - decise di cimentarsi in questo ramo». Ogni mese gli arriva un contenitore. Fino al mese scorso. Poi, i problemi del software Cosmos, le code al Vte, il blocco in dogana: «Ma è mai possibile? Ma vogliamo fare il gioco degli altri? - sbotta limprenditore -. Io, con umiltà, difficoltà e spirito di abnegazione ce la metto tutta e porto avanti la baracca. Eppure, se va avanti così, non so più...».
Laltro giorno, in un momento di grande rabbia, gli è avvicinato suo figlio, 8 anni. Che sembra avere già capito tutto: «Papà - gli ha detto il bimbo - prendilo tu il container, che aspetti? Sei tu che ieri hai pagato in banca tutti quei dollari!». Frasi che lacerano, frasi cui si fa fatica a rispondere. «Sì, io, come tutti quelli che importano, ho già pagato: 18mila dollari. Oggi, intanto presumo di aver perso due clienti. Ma la cosa che fa più male - aggiunge Elio Salterini - non è questo, è che mi pare proprio che una storia come la mia, che poi è la stessa per tanti altri come me, non interessi a nessuno di quelli che contano, che governano nelle istituzioni». Limprenditore si è rivolto a destra e a sinistra - «non nel senso della politica, per carità!» -, ma non è ancora riuscito a sbloccare la «pratica». Prima o dopo, gli promettono, verrà smaltito larretrato, il sistema informatico ricomincerà a funzionare, il porto dei record movimenterà 6 milioni di container.
«Sarà - fa finta di crederci Elio -. Ma io, intanto, vi assicuro che quello che sta succedendo mi amareggia, ne sto soffrendo tanto».
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