Egregio Signor Pirito: sicuramente dalle idee nascono le soluzioni, e la Sua è unidea che offre notevoli spunti positivi; è però la situazione pre-rivoluzione «piritiana» che secondo me non rende realizzabile o forse opportuna la Sua proposta.
Sono sicuro che se ci trovassimo nel settembre del 1945, dove i campionati sono stati sconvolti da un qualcosa di extra-calcistico, sarebbe unottima soluzione: tutti al cancelletto di partenza con le stesse carte da giocare.
Ma i fatti che portano alla necessità di cambiamento e riorganizzazione ne sono la prima causa e non possono passare inosservati. Non sono infatti le formule dei campionati e la loro riorganizzazione il problema, ma le vergognose irregolarità compiute allinterno degli stessi e per un sacco di anni (se solo lutilizzo delle intercettazioni fosse stato possibile prima...) a dover essere chiarite, giudicate e punite con estremo rigore.
Si migliorino dunque le regole, i campionati, riassestando tutto il sistema, ma solo dopo aver visto pagare chi ha sbagliato: retrocedano le squadra coinvolte (Juve, Lazio, Fiorentina, Sampdoria?), paghino dirigenti, giocatori, arbitri e ogni altra persona coinvolta.
E aggiungo, che paghino con lo stesso metro per il quale il Genoa è finito in C1 a meno tre.
Questo è quanto dovrebbe accadere in un paese civile dove il diritto è certo e viene fatto rispettare.
Comunque, aspettiamo e vediamo che accade, facendo per una volta il tifo per Borelli.
Un cordiale saluto (sempre seduto in riva al fiume...).
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