«Io, nerazzurro da sempre, ho seguito 119 stracittadine»

I 78 anni li compirà nel prossimo giugno, ma almeno 56 li ha trascorsi con un chiodo fisso in testa: l’Inter. Flaminio Novera, milanese doc del Gallaratese, è il tifoso che dal 1949 non perde un derby e che domani assisterà alla sua stracittadina numero 119. «Non lo so, ho perso il conto, ma sono senz’altro più di 100, credo 119. Con due buchi però, gli anni nei quali il Milan era in serie B, ma quei derby di campionato non giocati valgono il doppio e noi ci siamo accontentati con la coppa Italia», afferma Novera, e giù una bella risata.
Non ha mai tradito il suo San Siro («non voglio chiamarlo Meazza perché il Pepin ci ha tirato una coltellata giocando anche nel Milan») e tantomeno l’Inter, al punto da avere da allora sempre lo stesso posto nel primo anello: settore 141 – fila 7 – posto 4. Un lupo solitario che non ha mai voluto entrare negli Inter Club che gli hanno fatto a lungo la corte, a cominciare da Maurizio Migliori, fondatore di quella organizzazione. Con la sua bandiera nerazzurra in spalla e l’immancabile cappellino con gli stessi colori, Novera è da tutti riconosciuto come il tifoso ideale: «Porto allo stadio la mia onestà e serietà, ma nelle 2 ore che l’Inter gioca mi capisi pù na gott», afferma.
E di ricordi belli e brutti ne ha a non finire: «Il mio primo derby e anche il più bello, quello del 6 novembre 1949 quando l’Inter andò sotto 1-4 e seppe alla fine vincere 6-5. Ma anche il più brutto, per colpa di Papin nel febbraio 1993. Appena uscito dall’ospedale, mi ero messo in una fila chilometrica per entrare, la partita inizia e subito va in gol il francese che subito dopo raddoppia. Riesco a prendere posto e Gullit fa il 3-0. Mi sono alzato e me ne sono andato via»”.


Ma c’è un giocatore che Novera vuole bacchettare: «Quell’Altafini se potessi lo mangerei. Nel marzo 1960 ci fece 4 gol e ogni volta venne sotto la curva a farci il gesto dell’ombrello». Tempi eroici, ma domani chi vincerà? «Non son domande da fare, l’Inter ovviamente».

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