"Io partigiano della Carta" E il Csm apre un fascicolo sulla frase del pm Ingroia

Al congresso del Pdci il sostituto procuratore di Palermo aveva detto: "Non mi sento del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano". Il Csm apre un fascicolo

"Io partigiano della Carta" E il Csm apre un fascicolo sulla frase del pm Ingroia

Aveva detto di non sentirsi del "tutto imparziale, anzi partigiano della Costituzione". E adesso proprio quell'intervento, fatto al Congresso del Partito comunista e tanto criticato dal centrodestra, è costato al procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia l’apertura di un fascicolo da parte della prima commissione del Csm. "Ero e continuo a essere sereno nella convinzione e nella certezza di avere esercitato semplicemente un mio diritto nell’intervenire al congresso del Pdci - ha commentato il pm - non credo di avere commesso violazioni di nessun genere".

"La Costituzione è sotto assedio - aveva detto il magistrato - che fare? Resistere non basta. I magistrati non possono essere trasformati in esecutori materiali di leggi ingiuste". Ingroia aveva spiegato che "un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni -e non sempre certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere lo è - ma io confesso non mi sento del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano. Partigiano non solo perché sono socio onorario dell’Anpi, ma sopratutto perché sono un partigiano della Costituzione. E fra chi difende la Costituzione e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgere, so da che parte stare". A distanza di due settimane si è mossa la prima commissione del Csm, quella competente sui trasferimenti d’ufficio dei magistrati. Le parole di Ingroia avevano già provocato forti polemiche da parte del Pdl che aveva accusato il magistrato di violare la Costituzione. La stessa Anm aveva preso le distanze. "Proprio i magistrati più esposti con inchieste delicate dovrebbero avere particolare prudenza nell’esprimere valutazioni di carattere generale sulla politica del Paese", aveva avvertito il segretario Giuseppe Cascini.

"La mia è stata intenzionalmente un’affermazione forte, provocatoria - si era difeso il pm - evidentemente definirsi 'partigiano della Costituzione' è diventata una bestemmia". Una spiegazione che evidentemente non ha convinto la Commissione, presieduta dal laico del Pdl Nicolò Zanon. Da qui la decisione di intervenire.

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