Irak, strage di bambini a Ramadi

«Dodici ragazzini uccisi da un’autobomba su un campo di calcio». Ma agli Usa non risulta

Irak, strage di bambini a Ramadi

Prima sembrava un'ecatombe di fanciulli vittime innocenti di una spietata vendetta di Al Qaida. Più tardi è diventato un incidente con una trentina fra ragazzini e adulti morti e feriti durante un esplosione controllata di materiale esplosivo organizzata dagli americani. E a fine giornata la sorte di quei dodici ragazzini dati per straziati dagli iracheni e resuscitati dagli americani si trasforma un mistero senza soluzione.
Tutto inizia a metà pomeriggio quando la televisione Al Iraqya diffonde la notizia della morte a Ramadi, roccaforte degli insorti del triangolo sunnita, di diciotto ragazzini tra i dieci e i quindici anni dilaniati dall'esplosione di un'autobomba durante una partita di calcio. Poi Hamid Farhan al Hays, capo tribale della zona, parla di 12 ragazzini e 6 donne massacrati da un ordigno comandato a distanza - bilancio confermato dal governo iracheno - e aggiunge un'accusa che suona come la chiave tutto. «Quella barbarie -dice Hamid Farhan - è opera di Al Qaida». L'accusa ci sta tutta. Sabato scorso un camion bomba ha ucciso 56 persone davanti alla moschea dove un mullah aveva invitato a non dar retta più ai folli predicatori di Al Qaida. Lunedì un'altra autobomba ha fatto a pezzi quindici fra agenti e semplici passanti davanti ad una stazione di polizia. Dunque anche la strage d'innocenti al campo di calcio sembra un nuovo colpo di Al Qaida. Una nuova vendetta contro gli abitanti e i capi tribù di questa città colpevoli di aver tagliato, alla fine dell'anno scorso, tutti i ponti con i seguaci di Osama Bin Laden.
I portavoce statunitensi negano però qualsiasi strage di bimbi a Ramadi e diffondono la notizia di un incidente durante l'esplosione controllata di una quindicina di sacchi d' esplosivo in un campetto non lontano dalla loro base. In quell'incidente una trentina tra ragazzini e adulti sono stati colpiti da sassi e schegge, ma se la sono cavata, garantiscono gli americani, con qualche contusione.
A quel punto il mistero diventa totale. «Non posso immaginare ad un’altra esplosione e ad altri bimbi coinvolti senza che i nostri ne sappiano niente», sostiene il maggiore americano Jeff Pool, ma i giornalisti iracheni e i leader tribali di Ramadi continuano a confermare il massacro e ad accusare Al Qaida.
A Bagdad intanto l'offensiva di statunitensi e governativi, concentrata finora contro gli insorti sunnita, si estende alla zona di Sadr City. L'immenso sobborgo è considerato il santuario delle squadre della morte sciite.

La perquisizione della casa di Hamar Al Akim, il figlio del capo del partito milizia dello Sciiri arrestato dagli americani venerdì al confine iraniano, avrebbe portato all'arresto di un colonnello di Teheran sospettato, secondo fonti statunitensi, di appartenere alla Brigata Gerusalemme, l'unità dei pasdaran accusata di sovvenzionare le milizie irachene.

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