Mondo

Iran, affluenza all'80% Prorogata chiusura urne Mousavi: "Rischio brogli"

Record di affluenza alle elezioni presidenziali iraniane: è stato prorogata di due ore la chiusura dei seggi. Fonti parlamentari fanno sapere che Mir Hossein Mousavi è in vantaggio. Obama: "Un cambiamento è possibile"

Iran, affluenza all'80% 
Prorogata chiusura urne 
Mousavi: "Rischio brogli"

Teheran - Si va verso un record di affluenza alle elezioni presidenziali iraniane, intorno all'80%. Mentre gli elettori si accalcano davanti ai seggi per esprimere la loro preferenza, un alleato di Mir Hossein Mousavi ha annunciato che il principale sfidante di Mahmoud Ahmadinejad sarebbe in vantaggio. Un consigliere del presidente ha però smemtito la notizia, spiegando che, mentre il voto è ancora in corso è impossibile prevedere il risultato finale e parlando di "guerra psicologica". Quel che è certo invece è che "l’affluenza è senza precedenti", ha riferito il capo della commissione elettorale, Kamran Daneshjoo in una conferenza stampa, aggiungendo che all’esterno di molti seggi elettorali si sono create lunghe file. Per questo è stato deciso di prorogare di alcune ore la chiusura dei seggi, inizialmente previste per le 18 ora locale.

Allarme brogli Il dato sull’alta affluenza alle urne per le elezioni presidenziali in Iran "fa parte della fiction del regime dittatoriale per far credere alla comunità internazionale che le elezioni siano libere", ha detto il presidente dell’associazione rifugiati politici iraniani in Italia, Karimi Davood. L’uomo, in Italia dal 1979, ha inoltre precisato che "informatori di Teheran" gli avrebbero riferito della volontà della Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, "di favorire Ahmadinejad". Il mullah - sostiene Davood - avrebbe ordinato "il noleggio di migliaia di bus e pulmini sotto il controllo dei Basiji (le milizie islamiche) per spostare uomini e donne" da una parte all’altra della capitale per far apparire masse di votanti nelle inquadrature televisive. Davood ha infine aggiunto che in Iran, durante le elezioni, viene apposto "un timbro sulla carta d’identità di ogni votante". Tale timbro garantisce "l’accesso a qualsiasi tipo di servizio", fatto questo che spinge le fasce più povere verso le urne elettorali.

Il voto giovanile Secondo molti esperti di politica iraniana, il voto giovanile sarà l’ago della bilancia da cui dipenderà il risultato finale delle consultazioni. Alle ultime presidenziali del 2005, infatti, fu proprio l’astensione in massa dei giovani a permettere all’ultraconservatore Ahmadienjad di trionfare al secondo turno sull’Ayatollah Hashemi Rafsanjani, come fuorno sempre loro gli artefici, pochi anni prima (nel 1997 e 2001), della doppia vittoria dell’ex presidente riformista Mohammad Khatami. In questi ultimi giorni di campagna elettorale, il risveglio della loro passione politica è un segnale che fa ben sperare l’entourage di Mousavi. "Se non votiamo, non portiamo nulla allo sviluppo del processo politico dell’Iran e gli alti decideranno per noi", ha detto Parviz, uno studente che, come molti altri, è in fila dalle prime ore dell’alba fuori dai seggi in attesa di votare.

Propaganda via sms Soprattutto nelle grandi città e, in particolare nella capitale Teheran, negli ultimi giorni è sembra crescere l'"onda verde" dei giovani sostenitori del leader riformista, che ha scelto il colore dell’Islam come simbolo della sua campagna elettorale. Migliaia di sms con scritto "Vota il 77", il codice di Mousavi, si stanno diffondendo da un capo all’altro dell’Iran nonostante i problemi alla rete telefonica che da giovedì sera stanno rallentando quest’attività. Dove non arrivano con gli sms, i giovani iraniani si stanno organizzando con le e-mail e i social network come Facebook, molto popolare in Iran. Tanti anche i giovani che sostengono Ahamdinejad e che accusano il rivale Mousavi di non apprezzare quanto fatto dal presidente nei quattro anni del suo mandato. "Ahmadinejad ha affrontato l’arrogante mondo occidentale e ci ha reso di nuovo orgogliosi", ha affermato Sajad, un giovane conservatore intervistato in una moschea di Teheran sud, roccaforte di Ahmadienjad. "Quello che vedi qui - ha proseguito il giovane indicando la folla fuori dai seggi - è ancora una volta un successo di questo grande uomo".

Obama: "Cambiamento possibile" Il presidente americano, Barack Obama, vede "possibilità di cambiamento" delle relazioni tra Usa e Iran. Il numero uno della Casa Bianca ha commentato con soddisfazione le notizie che provengono da Teheran sulla massiccia affluenza al voto presidenziale. "Siamo eccitati nel vedere in Iran ciò che appare un forte dibattito".

"E' ovviamente - ha aggiunto - dopo il mio discorso al Cairo abbiamo provato a inviare un chiaro messaggio: pensiamo che un cambiamento sia possibile e, in ultima analisi, l’elezioni sono per gli iraniani una opportunità di decidere".

Commenti