Le ire della rete sul libro contro l'obesità infantile: "E' un inno all'anoressia"

Protagonista della favola Maggie, 14 anni, a dieta per insegnare ai bambini a mangiare meno e meglio. Ma genitori ed esperti insorgono: "E' uno spot alla magrezza patologica"

Le ire della rete sul libro 
contro l'obesità infantile: 
"E' un inno all'anoressia"

New York - Maggie, 14 anni, in evidente sovrappeso, si mette a dieta e dimagrendo si trasforma da ragazzina insicura e complessata a star della squadra di calcio della scuola. È la trama di un libro per bambini, che da ottobre sarà in vendita negli Usa destinato alla fascia d’età 6-12 anni, ma è già commercializzato online da Barnes & Nobles e da Amazon anche per bimbi più piccoli, e sta scatenando un’autentica bufera su Internet.

Il libro Genitori ed esperti lo bollano come un inno all’anoressia, un pericoloso spot alla magrezza patologica come obiettivo da inseguire ad ogni costo fin da bambini. Il libro, 44 pagine scritte in versi, si intitola Maggie goes on a diet (Maggie si mette a dieta) ed è firmato da Paul M. Kramer, un papà americano che vive alle Hawaii ed è già autore di altri libri per l’infanzia. La copertina ritrae la piccola protagonista davanti allo specchio, mentre finge di provarsi un vezzoso abitino rosa nettamente più smilzo di lei, e sorridendo vede l’immagine di sè drasticamente più magra e pronta a indossare il vestitino dei sogni. Una proiezione dei suoi desideri, di quello che sarà dopo la dieta. "Con il tempo, grazie all’esercizio e a un duro lavoro - recita il sommario pubblicato su Amazon - Maggie si fa via via più sicura di sè e guadagna autostima". E proprio perchè diventa la metà di com’era, si trasforma in un’eroina per i compagni di scuola.

Il problema dell'obesità infantile L’obiettivo dell’autore è contribuire alla lotta contro l’obesità infantile, che Oltreoceano fa registrare numeri da allarme rosso, più che raddoppiati negli ultimi anni. Del resto anche la first lady Michelle Obama è scesa in campo per arginare il problema, tentando di promuovere fra gli americani del futuro nuovi stili di vita, all’insegna dello sport e della dieta sana. Ma la storia di Maggie non piace a mamme e papà, e sui forum online rimbalzano a centinaia dure critiche di genitori ed esperti che bollano l’opera come "irresponsabile", colpevole di diffondere messaggi ai ragazzini emotivamente più fragili, incoraggiando il dilagare di disturbi del comportamento alimentare. Un’emergenza opposta all’epidemia di chili di troppo, ma non meno grave. 

Le polemiche in Gran Bretagna Il dibattito è acceso soprattutto sui media inglese. Christine Gibson, 52 anni londinese di Wimbledon, è una delle voci della protesta che viaggia in Rete. Madre di una ragazza uccisa a 16 anni da una grave forma di anoressia, iniziata come un’innocente dieta post-natalizia, sul Daily Mail Christine definisce il libro "una bomba a orologeria". L’opera è "scioccante" anche secondo il pediatra Paul Sacher, fondatore dell’associazione Mend rivolta alle famiglie per la promozione di stili di vita sani. Alcuni genitori dei forum minacciano di boicottare i siti che commercializzano il libro online, e una donna arriva a definirlo "un abominio. Se lo leggi a tuo figlio è come rendersi colpevole di un abuso". 

A dieta solo con il medico "Sappiamo bene che le preoccupazioni a proposito del peso, della taglia e della forma fisica riguardano ormai bambini sempre più piccoli", commenta all'Independent Susan Ringwood, a capo della charity Beat attiva sul fronte dei disturbi del comportamento alimentare. "Oggi, già all’età di 6-7 anni i ragazzini credono che la loro taglia sia sufficiente a comunicare al mondo che tipo di persone sono, e sono convinti che grasso equivalga a impopolare.

Di per sè - tiene a precisare l’esperta - una dieta non può essere considerata la causa diretta di un disturbo alimentare, ma se si abbina a una scarsa autostima legata alla propria immagine corporea, allora il rischio aumenta in modo significativo". Nei casi in cui è necessario, raccomanda quindi la Ringwood, "i bambini dovrebbero mettersi a dieta soltanto sotto la supervisione dello specialista e il coinvolgimento del medico di famiglia".

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