Islam, la Consulta condanna il proclama Ucoii

La Consulta islamica ha condannato il documento dell’Ucoii pubblicato alcuni giorni fa su alcuni quotidiani che associava Israele con il nazismo. Ma l’Ucoii, presente nella Consulta tramite il suo presidente Mohamed Nour Dachan, si è dissociato dalla condanna. L’Ucoii si è giustificato spiegando, in una lettera inviata al ministro dell’Interno, Giuliano Amato, che il documento pubblicato su alcuni giornali «voleva essere di critica ad Israele e non antiebraico», ammettendo «un errore di comunicazione». La lettera è stata letta da Amato in apertura della riunione della Consulta per l’Islam Italiano svoltasi ieri al Viminale. Lo stesso ministro Amato ha sottolineato «che non si è trattato solo di un problema di comunicazione, ma dell’affermazione di una tesi comunque inaccettabile» ribadendo la sua ferma condanna dell’episodio. Nel corso del dibattito alla riunione della Consulta per l’Islam Italiano «tutti i partecipanti, con accenti diversi, hanno espresso un giudizio fortemente negativo sul comunicato dell’Ucoii e si sono detti d’accordo con la procedura per arrivare a sottoscrivere la carta» di principi prospettata dal ministro dell’Interno Giuliano Amato. Tutti, escluso l’Ucoii. Dachan, presidente dell’Ucoii, «pur dichiarandosi pronto a incontrare la comunità ebraica - scrive in un comunicato il Viminale - si è rifiutato di associarsi al giudizio fortemente negativo». «Abbiamo detto tutto quello che dovevamo dire - afferma il portavoce dell’Ucoii Hamza R.

Piccardo - dopo di che per noi l’incidente è chiuso. Se poi c’è chi cerca il casus belli per creare problema alla comunità islamica...». Piccardo ha anche aggiunto di non ritenere che la posizione dell’Ucoii creerà problemi seri in seno alla Consulta.

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