Cronaca locale

«Gli islamici collaborino con la polizia»

La moschea di Segrate condanna gli attentati di Sharm ma l’assessore Manca invita a fare di più. E la Lega attacca

Enrico Lagattolla

Prove di dialogo. Difficili, se non impossibili. Da una parte, il Centro islamico di Milano, dall’altro il ministro per le Riforme istituzionali e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord Roberto Calderoli. In mezzo, l’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Guido Manca.
Materia del contendere, il comunicato con cui dalla «Moschea del Misericordioso» di via Cassanese a Segrate, si condannano gli attentati di Sharm el Sheikh come un «orrendo crimine che demonizza l’Islam, fomentando sospetto e pregiudizio nell’opinione pubblica». L’invito è di «disfarsi di espressioni come “terrorismo islamico” e “estremismo islamico”, in quanto non c’è nulla di più di anti-islamico del terrorismo».
Poche ore dopo arriva la replica di Calderoli. «Sono molto perplesso». «Il sollecito del centro islamico - dice il ministro - fa nascere dubbi anche sulla sincerità della loro condanna». Perché «è vero che non tutti gli islamici sono terroristi, ma è altrettanto vero che tutti i terroristi di oggi sono islamici». Logica verde-Lega, per cui «non prendiamoci in giro, gli agnelli sono fatti in maniera diversa e qui, invece, il più delle volte ci siamo trovati di fronte a dei lupi».
Tentativi di mediazione arrivano da Palazzo Marino. A sotterrare l’ascia di guerra ci prova l’assessore Manca. «Se le autorità musulmane di Milano vogliono prendere le distanze da questi criminali, lo facciano in toto condannando tutti gli atti di terrorismo che coinvolgono militari e civili in Egitto come a Londra o in Irak, a Madrid o a New York».
Poi un appello alla cooperazione e una presa di posizione, sulla scorta delle dichiarazioni rese nei giorni scorsi dal ministro degli Interni Giuseppe Pisanu. «Massima apertura alla collaborazione contro il terrore assassino - è l’invito di Manca - ma a patto che ognuno faccia fino in fondo la sua parte». Quindi, «le istituzioni sono pronte ad aprire un dialogo con l’Islam moderato, e il Comune di Milano farà altrettanto, purché ci arrivino segnali di disponibilità e, soprattutto, siano indicati alle autorità di polizia i criminali e i facinorosi che frequentano le moschee e i centri culturali islamici.

E questo finora non è avvenuto».

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