Sport

Israele e Palestina uniti a Roma per promuovere la pace nello sport

Ai due comitati in dono la lupa capitolina, tappa percorso verso l'intesa. Unanimi il presidente del Coni Petrucci e il vicepresidente del Cio Pescante: «Lo sport può arrivare dove non riesce la politica»

Lo sport israeliano e palestinese si sono incontrate a Roma per sancire una pace sportiva, simbolica, ma efficace per dimostrare il valore dello sport e per presentare il concerto evento «Lo sport per la pace», che si terrà in occasione del 2764° Natale di Roma all'auditorium Parco della Musica.
L'evento è stato ideato sulla scia dell'incontro - svoltosi a Losanna lo scorso 25 gennaio - tra il Comitato Olimpico Israeliano e quello Palestinese. Nel corso del concerto, il sindaco di Roma Gianni Alemanno consegnerà a entrambi i Comitati Olimpici la Lupa Capitolina, significativo riconoscimento simbolico.
«Tutte le strade portano a Roma e questa è l'occasione per vedere nella capitale due uomini di pace», ha detto il vicepresidente del Cio Mario Pescante. Grazie alla presenza di Zvi Varshaviak, presidente del COI, e di Jibril Rajoub, presidente del Cop, l'incontro capitolino ha infatti rappresentato un ulteriore momento di avvicinamento nel percorso finalizzato all'intesa.
«Non basta che si muova lo sport sulla road map sportiva - ha però ricordato Pescante - speriamo che questa sia una spinta per proseguire su un'altra road map, quella politica». Riguardo all'incontro tra i due comitati olimpici, avvenuto a Losanna lo scorso 25 gennaio, Pescante ha inoltre dichiarato: «C'è ancora qualche difficoltà, ma torneremo in Israele e Palestina nelle prossime settimane e vedremo di risolvere il problema, sono ottimista».
«Mi rendo conto della dimensione umanitaria di questa onorificienza», ha affermato Rajoub. «Apprezzo questa iniziativa, per me è molto importante. Voglio ringraziare Pescante, l'uomo dietro le quinte, per non aver risparmiato gli sforzi al fine di promuovere la pace tra Israele e Palestina. Nel nostro conflitto ci sono molte realtà e una di queste è che una risoluzione deve avvenire attraverso trattati politici, che a loro volta possono passare attraverso lo sport. Le discipline sportive, infatti, promuovono valori e questo è proprio ciò che io mi impegno a fare».
Il presidente del Cop ha quindi avanzato a Pescante una richiesta, tappa fondamentale nel percorso di promozione dei valori e dell'etica dello sport: «Vorrei che ai funzionari e agli sportivi palestinesi fosse permesso di muoversi liberamente. C'è bisogno che sia assicurata una libera circolazione, diritto fondamentale di cui gli atleti israeliani godono già, come anche tutti gli atleti del mondo. Siamo pronti a cercare di assicurare la pace in Medio Oriente».
«Siamo la terza delegazione israeliana a ricevere questo premio, quindi per noi rappresenta un grandissimo onore - ha poi affermato Efraim Zinger, segretario generale del Comitato Olimpico Israeliano -. Pescante si è sempre adoperato per portare le persone a dialogare, non solo nel Mediterraneo, ma in tutto il mondo». Zinger ha quindi sottolineato la portata di un'altra importante iniziativa simbolica, la maratona per la pace, utile alla promozione dei valori olimpici, ai quali si ispira tutto il lavoro del Coi.
«Speriamo che gli atleti israeliani e palestinesi possano godere dei diritti di cui godono tutti gli altri. Vogliamo che i palestinesi siano liberi di circolare e che gli israeliani possano essere invitati in tutto il mondo», ha proseguito il segretario generale del Coi. «In futuro vorremmo non vedere più scene antisportive, come i giocatori israeliani che attendono in campo gli avversari arabi, intenzionati invece a non partecipare».
Al desiderio già espresso da Rajoub, Zinger ne ha poi aggiunto un secondo: «Spero che Israele e Palestina vengano accettati nel Mediterraneo. A due scopi, infatti, ci si può servire dello sport: per infondere odio - penso alle Olimpiadi del 1936 nella Germania nazista - o per promuovere la pace - ricorderete la celebre partita di ping pong tra Usa e Cina o la recente sfida di cricket tra Pakistan e India. Ecco, noi vogliamo usare questa seconda strategia. Desidero che arrivi il giorno in cui i nostri popoli potranno vivere in pace».
Riguardo alla presenza di Israele e Palestina ai Giochi del Mediterraneo, il vicepresidente del Cio si è così espresso: «È una battaglia che perseguo da circa 20 anni, non è che sia molto ottimista. Qualcuno prenderà il mio posto per andare avanti, io non ci sono riuscito per i Giochi di Bari, nè per quelli di Pescara. Tra qualche giorno sarò a Istanbul proprio per spiegare quelle che sono state le mie personali esperienze».
A conclusione della conferenza, hanno infine preso la parola il presidente del Coni Giovanni Petrucci, e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. «I miei ringraziamenti vanno in primis a Pescante, fautore e attore di questa iniziativa - ha dichiarato Petrucci -. Ci impegneremo per aiutare questi paesi amici, affinchè possano partecipare anche ai Giochi del Mediterraneo, consapevoli che spesso lo sport può arrivare dove la politica non riesce».
«È un grande onore potervi conferire questo premio, che dà un respiro internazionale alla nostra città - ha affermato Alemanno -.

Non è la prima volta che lo sport precede la diplomazia e la politica: lo sport, infatti, può lanciare messaggi importanti, soprattutto per i giovani, perchè insegna come possano essere espressi i propri valori e la propria identità, senza ricorrere all'odio».

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