da Istanbul
L'assassino di Hrant Dink, il giornalista armeno ucciso ieri a Istanbul, sarebbe stato catturato. Il killer era stato ripreso ieri dalla telecamera di una banca vicina al luogo del delitto, ma solo in serata la polizia ha reso noto di averlo identificato a seguito della denuncia fatta dal padre, e poche ore dopo ne è stata annunciata la cattura. Il suo nome è Ogun Samas, di Trebisonda, la città sul Mar Nero dove fu assassinato il sacerdote italiano Andrea Santoro. La polizia di Istanbul, prima ancora dellavvenuta identificazione, aveva diffuso le sue immagini ovunque, attivando un numero speciale per permettere a eventuali testimoni di dare il loro contributo. Si trattava di un giovane sui 25 anni, carnagione scura, barba incolta, magro, con indosso jeans e un cappellino bianco.
E con il passare delle ore, aumentano anche le polemiche. La strada dove Dink è stato ucciso, la Halasgargazi Caddesi, è una delle arterie con più traffico e negozi della città. Che l'assassino sia riuscito a dileguarsi senza che nessuno abbia visto nulla è praticamente impossibile. Rimangono poi le minacce, che Dink riceveva da mesi e che fanno apparire questo delitto la cronaca di una morte annunciata.
Il premier Recep Tayip Erdogan ha parlato di «attentato alla pace», chiamando il giornalista «figlio di questa terra». E se l'ex presidente della Repubblica, Süleyman Demirel, ha parlato di provocazione, invitando tutti a essere calmi e pazienti, quello attuale Ahmet Necdet Sezer, non ha usato mezzi termini condannando «un'azione che porta solo vergogna alla Turchia».
Anche per il mondo religioso è il momento del dolore e della riflessione. Il nunzio apostolico, Antonio Lucibello, ha voluto esprimere «solidarietà e vicinanza» alla chiesa armena, definendo l'assassinio di Dink «un colpo basso». Il Patriarca armeno, dal canto suo, ha parlato dell'omicidio come di un atto «vergognoso e ignobile» e proclamato 15 giorni di lutto.
Ma le reazioni più aspre arrivano fuori dai confini nazionali. Il governo armeno ha fatto sapere che adesso la Turchia «non si deve nemmeno sognare di entrare in Europa». Durissima anche la Germania, da pochi giorni presidente di turno dell'Unione Europea. Dopo essersi detto «sconvolto» per l'accaduto, il governo di Berlino ha consigliato alla Turchia di catturare presto il colpevole e di accelerare le riforme per quanto riguarda i diritti umani, lasciando intendere che ora Ankara rischia di rimanere fuori dall'Unione per sempre.
Ieri Istanbul era ancora sotto shock per l'omicidio, e la stampa islamica, primi fra tutti i quotidiani Yeni Safak e Vakit, parla di «complotto di forze oscure per destabilizzare il Paese». Intanto per la famiglia del giornalista, che lascia una moglie e tre figli, si avvicina il momento dell'ultimo saluto.
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