Roma - Secondo i dati Istat, rilevati presso gli uffici di Stato civile dei Comuni italiani, nel 2005
sono stati celebrati poco più di 250mila matrimoni. Un numero in continua diminuzione dal
1972, anno in cui si sono registrate poco meno di 419mila nozze, ad eccezione di un lieve
recupero nei primi anni Novanta.
«Questo fenomeno - spiega l'Istat - va interpretato nel quadro più generale delle
trasformazioni dei comportamenti familiari. Sono infatti sempre più numerose le coppie,
ormai oltre 500mila, che scelgono di formare una famiglia al di fuori del vincolo del
matrimonio».
Emerge inoltre che «accanto alle convivenze prematrimoniali cresce l'accettazione sociale
della convivenza come modalità di formazione della famiglia alternativa al matrimonio.
La conferma di questo mutato atteggiamento arriva anche dalle informazioni sulle nascite
rilevate dall'Istat, che consentono di monitorare quella che possiamo definire la 'punta
dell'iceberg' del fenomeno delle libere unioni, ovvero la frequenza delle coppie di fatto con
figli. L'incidenza di bambini nati al di fuori del matrimonio è, attualmente, intorno al 15%, cioè
quasi 80mila nati all'anno, quasi il doppio rispetto a 10 anni fa, quando questo valore era pari
all'8%.
Insieme alla diminuzione dei matrimoni si è rafforzata la tendenza alla posticipazione delle
nozze verso età più mature: gli sposi alle prime nozze hanno un'età media che è intorno 32
anni e le spose quasi 30 anni, 4 anni in più dell'età che avevano in media i loro genitori al
primo matrimonio. Questi quattro anni di posticipazione sono dovuti, in molti casi, al
completamento degli studi o alla ricerca di un lavoro, oppure al desiderio di trascorrere un
periodo godendo di tutti i vantaggi economici, organizzativi e talvolta anche emotivi di una
permanenza lunga nella famiglia di origine.
La tendenza alla diminuzione dei matrimoni e al »ritardo« delle nozze è diffusa in tutto il
Paese, anche se il fenomeno presenta delle importanti differenze territoriali: ci si sposa più al
Sud e nelle Isole (rispettivamente 4,9 e 4,6 matrimoni per 1.000 abitanti nel 2005) che al Nord
(3,8 per per 1.000 abitanti). Le regioni dove si registra il massimo e il minimo dei matrimoni
sono rispettivamente la Campania (5,3 nozze per 1.000 abitanti) e l'Emilia-Romagna (3,5).
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