«Gli istituti italiani sono il rifugio sbagliato»

da Milano

Le banche italiane sono il «rifugio sbagliato» per chi è in cerca di titoli difensivi sui mercati. È quanto sostiene Morgan Stanley in uno studio dedicato agli istituti di credito nazionali, che «in un mercato disperato in cerca di titoli difensivi, dovrebbero essere il naturale investimento sicuro, ma non è così».
Secondo la banca d’affari, infatti, l’industria del credito nazionale «sta evitando con successo il contagio dei rischi finanziari e di liquidità», ma è affetta da una «vulnerabilità reddituale più alta che in passato, a causa del rallentamento economico» più accentuato in Italia che altrove, dato che «il Pil italiano è cresciuto quasi zero nel quarto trimestre del 2007 e crescerà dello 0,6% nel 2008, contro una media europea dell’1,6%». In pratica, per Morgan Stanley, dopo «risultati solidi nel primo trimestre 2008, con dividendi interessanti e prezzi dei titoli in crescita nel breve periodo grazie alla ridotta esposizione al rischio finanziario, le azioni delle banche saranno sotto pressione quando l’attenzione degli analisti si sposterà dalla liquidità alla crescita».
Da qui la raccomandazione di acquistare con cautela dopo la distribuzione dei dividendi di maggio, selezionando i vari titoli. In particolare, la rendita unitaria per azione (Eps) subirà un taglio del 14% tra il 2008 e il 2009, in previsione di una riduzione del tasso di crescita del settore mutui dal 9,9% del 2007 al 6,6% dell’anno in corso, per risalire al 7,1% nel 2009, con un tasso di insolvenza in crescita del 10-15%, mentre le commissioni continueranno a soffrire la fuga di massa dai fondi comuni d’investimento.

Ecco, allora, la riduzione dei prezzi obiettivo sugli istituti posti sotto osservazione dagli analisti e, in particolare, il Banco Popolare, che viene ridotto da 21,5 a 17 euro, Intesa Sanpaolo (da 6,5 a 5,7), Mps (da 4 a 2,85) e Unicredit (da 7,1 a 5,4).

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