«In Italia pochi come Cassano Il ct ha sbagliato in Sudafrica servivano più esperimenti»

Caro Donadoni, se l'aspettava che la crisi economica sconfinasse anche nel calcio europeo?
«Certo e non me ne scandalizzo. A parte un paio di curiose eccezioni, Real Madrid e Barcellona, per il resto tutti i club hanno avuto un occhio puntato sul bilancio».
Forse è il caso di includere nell'elenco delle eccezioni poco virtuose anche il suo Napoli...
«Obiezione. Intanto il Napoli ha comprato con criterio, si è rivolto non alle prime donne ma a giovanotti di grande avvenire. Secondo punto: la società è appena stata ristrutturata, può permettersi gli investimenti effettuati. C'è un solo problema da risolvere».
Quale?
«Abbiamo al momento una rosa composta da 29 elementi ed allenare 29 calciatori è impossibile. Specie se si pensa che restando con questi numeri, dovrei spedirne undici in tribuna alla prima di campionato. Troppi».
Zenga, con il Palermo, promette la Champions: e lei?
«Io non faccio folclore. E tengo i piedi piantati per terra. Perciò riconosco l'innegabile rafforzamento avvenuto rispetto alla stagione precedente senza cavalcare però le illusioni che sono molto pericolose».
Vuole restare al coperto?
«No, voglio guardare in faccia la realtà. E allora ecco la contabilità: a parte Quagliarella e De Sanctis che arrivano dal giro della Nazionale, gli altri sono provenienti da club provinciali, hanno doti ma non una grandissima esperienza e penso a Cigarini, Zuniga, Campagnaro. Le squadre non si allestiscono con la semplice addizione delle cifre spese: nel calcio non funziona così. Anche se il Napoli ha sborsato 50 milioni».
E come funziona allora?
«Per esempio lavorando sodo per ottenere dal Napoli una maggiore continuità. L'anno prima è stato diviso in due periodi: il primo ottimo, il secondo molto deludente. Perciò dico, con realismo: arrivassimo in Uefa, sarei soddisfatto».
De Laurentiis, il presidente, ha già tuonato...
«Mi dia retta, non c'è stato niente di niente, ma solo una battuta sul mercato in uscita del Napoli».
Si è impoverito il calcio italiano con la partenza di Ibra e Kakà?
«Sono due crack, inutilo nasconderlo, ma sono arrivati anche Diego ed Eto'o che non sono proprio due comprimari. Abbiamo perso ma non tanto».
Inter in pole position e Juve più vicina?
«L'impressione, netta, è la seguente: la Juve si è avvicinata ma l'Inter è ancora davanti a tutti».
Milan indecifrabile...
«E invece no. Chissà perché ho l'impressione che appena il gioco si farà duro, i milanisti cominceranno a giocare».
Riparte la Nazionale con Lippi in panchina e il torneo del Sud Africa da dimenticare: sarà possibile?
«È stata una parentesi, aperta e chiusa. Il mondiale è un'altra storia e saranno decisivi due fattori: le motivazioni del gruppo e le condizioni fisiche con cui arriveranno laggiù. Certo, bisognerà giocare solo per vincerlo».
Cannavaro è stato messo sotto accusa: è da pensionare?
«Io lo conosco bene, è persona di valore. Può reggere un altro anno alla grande».
Dal Sud Africa in avanti la critica si è divisa in un dibattito molto aspro: liquidare i "tedeschi" oppure no. L'ex ct Donadoni come la pensa?
«C'è una via di mezzo che bisogna perseguire. Sarebbe un errore ignorare alcune prove del torneo amichevole, sarebbe un altro errore mettere una croce sopra la generazione mondiale. Piuttosto il vero errore commesso è stato un altro: non aver dato a quella spedizione il carattere sperimentale».
Cassano è rimasto alla Samp: è sorpreso?
«Credo che abbia trovato l'ambiente giusto nel quale si sente protetto, stimato e che rifugga ormai da cambiamenti per inseguire la chimera del successo».
Eppure Lippi continua a lasciarlo fuori dal club Italia...
«Ma la motivazione dev'essere psicologica non tecnica. Antonio, nel calcio italiano, è tra i primi tre. Ci devono essere questioni che io non conosco».
Panchine bollenti a Torino e Milanello: se la caveranno?
«Le scelte sono maturate all'improvviso e magari anche per valutazioni diverse rispetto a quelle tradizionali. Solo 15 giorni prima, infatti, nessuno pensava a un epilogo del genere. Io conosco bene Leonardo e mi fa piacere per lui che abbia avuto questa occasione. Conosce il Milan, è stato fortemente voluto dalla società, sarà protetto. Sarà così anche per Ferrara».
Ancelotti ha fatto centro al primo impegno...
«Che soddisfazione. Ma diciamolo: ha una rosa super. Visti i cambi effettuati nella ripresa?».
La Lazio ha soffiato il primo «titulo» a Mourinho: è un avviso ai naviganti per il Real Madrid?
«Le partite devi giocarle.

Puoi avere, sulla carta, il pronostico dalla tua, una grande rosa, risorse tecniche enormi, eppure devi giocarla la sfida e vincerla sul campo, dove intervengono altri fattori. Chi parte sfavorito, di solito, riesce a dare sempre di più».

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