da Roma
Meglio un telefonino di un libro; meglio un pc di un vestito. È la fotografia dellItalia degli ultimi sette anni, fatta dalla Banca dItalia. Nel Duemila spendevamo 19 miliardi di euro per acquistare strumenti di comunicazione (cellulari, soprattutto). Nel 2007 la spesa per il settore ha toccato i 33 miliardi di euro, con una crescita del 70%. Il dato è ancora più significativo se messo a confronto con landamento dei prezzi del settore, scesi del 26%. Elemento che serve per comprendere la reale espansione dei consumi reali.
Discorso non troppo diverso per il capitolo che (burocraticamente) classifica come «articoli audiovisivi»; vale a dire macchine fotografiche, computer, stampanti. La spesa delle famiglie è cresciuta del 19,5 per cento in sette anni, arrivando a 24,3 miliardi di euro, anche se landamento dei prezzi è diminuito del 6,4 per cento.
Completamente capovolta la situazione per i consumi tradizionali. Vale a dire tabacchi, vestiti e calzature. In questo caso, infatti, i prezzi sono cresciuti a ritmi sostenuti (+49 per cento per le sigarette, complice la politica fiscale dei governi, +15,9 per cento per labbigliamento) mentre la spesa è diminuita del 7,1 per cento per i primi e del 3,2 per cento per vestiario e scarpe.
Per questi settori, il calo dei consumi è stato verticale. Se infatti venisse cumulato leffetto prodotto dallaumento dei prezzi, il calo reale sarebbe nettamente più drastico.
Non va molto meglio per i mobili e gli elettrodomestici: la spesa delle famiglie, secondo la Banca dItalia, è scesa lo scorso anno a 41,5 miliardi dai 43,2 miliardi del 2000. I prezzi sono invece aumentati del 13,1 per cento.
Peggio ancora è andata a giornali e libri, che hanno particolarmente sofferto la «concorrenza» di pc, internet e tv: linflazione è stata del 18 per cento in sette anni, ma la spesa delle famiglie è diminuita dell8%, segnale di un calo drastico dei consumi.
Unulteriore conferma di come i consumi tecnologici abbiano sostituito quelli di arricchimento culturale viene anche dalla circostanza che a diminuire, a dispetto dei prezzi, siano state anche le spese per listruzione; come le vacanze organizzate ed altri servizi ricreativi o culturali. La flessione è stata dell1,5 per cento. Un risultato calcolato al netto della crescita dei prezzi, che è stata del 23 per cento.
Ovviamente, i dati della Banca dItalia riguardano unanalisi strettamente economica; che non tiene conto - talvolta - dei cambiamenti sociali.
Gli italiani comprano più pc e meno libri
In 7 anni crollano i prezzi dei prodotti high-tech (-26%) e i consumatori ne approfittano. In calo mobili e vestiti
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