Iulm, ecco l’università che guarda al mercato

Diego Luigi Marin

Le lingue e le discipline della comunicazione applicate all’ambito economico, culturale e sociale. È il centro di gravità dell’ateneo Iulm, che punta sulla stretta integrazione tra sapere accademico e d’impresa. «È la vocazione e la specificità di un’offerta formativa - spiega Giovanni Puglisi, rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione - i cui corsi di laurea rispecchiano il continuo rinnovarsi delle esigenze del mondo del lavoro».
Professore, quali novità per l’anno accademico 2006/2007?
«Innanzitutto, la laurea specialistica in Arti, patrimoni e mercati, che intende formare figure professionali capaci di gestire e valorizzare il patrimonio storico-artistico, forti di competenze tecniche e manageriali. È il proseguimento ideale della laurea di primo livello in Comunicazione e gestione nei mercati dell’arte e della cultura, ed è un ottimo viatico per entrare in un settore di primaria importanza per il nostro sistema Italia, come la valorizzazione economica dell’arte e dei beni culturali, del sistema archivistico e collezionistico, sia in relazione al mercato che alle strutture museali».
E sul fronte dei master?
«Sono tre i nuovi corsi post lauream, corrispondenti a Manager dei processi creativi, Comunicazione per le relazioni internazionali e Food culture & marketing. Con il primo si vogliono attivare sistemi di competenze che permettono di individuare i nuovi trend culturali e di consumo, i talenti emergenti, nonché progettare il rilancio dei distretti turistici e ricreativi; l’obiettivo del secondo è fornire una preparazione che, innestata sulla conoscenza delle lingue, consenta di gestire la comunicazione di organizzazioni internazionali, con il supporto di una visione strategica e innovativa delle relazioni nella nuova società globale. Il terzo corso ovvia alla mancanza di formazione specializzata nelle imprese del settore alimentare e della distribuzione, con una preparazione in linea con gli standard internazionali. C’è poi il master in Interpretariato di conferenza che il prossimo anno trasformeremo in laurea specialistica».
Quali sono i corsi di laurea magistrale più gettonati?
«Sono quelli più legati all’immagine consolidata dell’ateneo e alla forte richiesta del mercato, ossia la laurea in Comunicazione, strategia della marca e del consumatore, accanto a quella in Consumi, distribuzione commerciale e comunicazione d’impresa».
Che ruolo si affida agli stage?
«Si tratta di uno strumento fondamentale per la formazione degli studenti, cui possono ricorrere durante l’intero corso di studi e non solo nell’ultimo anno: possiamo contare su un’ampia rete di stage, che incrociano le esigenze delle imprese con le richieste degli studenti, e questo è per loro un punto di grande soddisfazione».
Altro elemento di attrazione, i nomi dei docenti...
«Personalità di chiara fama come Giuliano Mussati, economista già consigliere dell’ex ministro Antonio Marzano, Luigi Ferrari, past president dell’Associazione degli istituti di ricerca Assirm, e i sociologi Alberto Abruzzese e Luigi Manconi; e, ancora, Anna Bartolini, membro del Consiglio dei consumatori dell’Ue».


Quanti sono oggi gli iscritti e quanti i laureati che escono dalla Iulm ogni anno?
«Gli studenti sono circa 7mila, mentre i laureati sono, nell’anno, un migliaio; se ne aggiungono poi altri 300-350 dai vecchi ordinamenti. La nostra università si è sempre contraddistinta per il basso numero dei fuori corso».

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