Jacopone in versione pop per il poverello di Assisi

La comunità di Muccioli porta in città uno spettacolo sulla vita di San Francesco Musiche contemporanee sullo stile antico

Il teatro, si sa, può vantare un elevato potenziale terapeutico. Nonostante ciò, lo scopo prioritario della Compagnia di San Patrignano non consiste nel curare, ma nel fare arte. E la sua più recente produzione - che debutterà in prima nazionale oggi al Piccolo Teatro Studio Melato e resta in cartellone stasera e domani - ha l'ambizione, la complessità, la profondità delle vere opere d'arte.

Francesco povero è stato scritto quasi vent'anni fa da Pietro Conversano, il regista dello spettacolo, in una lingua «jacoponica», cioè modellata sul lessico aspro, spigoloso, venato di termini dialettali, del poeta e frate francescano Jacopone da Todi. Aspra, e a tratti lacerante, è anche la vicenda portata in scena dagli attori della compagnia: una rilettura della storia del santo d'Assisi, intesa come «percorso di un ragazzo che, crescendo, sente che la sua anima, così come la società in cui vive, è sporca, soffocata dal male, e che perciò deve abbandonare la sua vita materiale alla ricerca di valori e sentimenti che lo facciano rinascere».

È forse pleonastico aggiungere che si tratta di un itinerario analogo a quello che stanno seguendo molti ragazzi della comunità che fanno parte della compagnia. Carmine De Stefano, l'attore ventiseienne che interpreta Francesco, si sente particolarmente coinvolto da quel passo del racconto nel quale il santo, quasi morente, affronta Satana. «In questo momento più che in altri - secondo Carmine - emerge la follia di Francesco, ed è il momento in cui anch'io riesco a liberare completamente l'emozione. Ognuno di noi ha dentro di sé una parte folle, una lotta interiore: per me è stata una grande opportunità poterla far uscire liberamente».

Attorno a De Stefano si muove un gruppo di attori davvero folto. Uno dei tratti stilistici della compagnia è una sorta di recitazione comunitaria che dà notevole risalto alle parti corali della drammaturgia. Il termine «coro» va inteso anche nella sua accezione musicale: Francesco povero è infatti uno spettacolo tanto recitato quanto musicato e danzato. L'autore della musica che si ascolterà in scena, Mario Mariani, ha composto per l'occasione dei brani di «gregoriano pop».

«Quando ho ricevuto da Pietro Conversano il testo della sua opera - racconta Mariani - l'idea è stata di scrivere una musica che fosse ispirata al cosiddetto canto gregoriano, ma che allo stesso tempo conservasse una connotazione popolare». Anche i costumi dello spettacolo sono interamente «made in San Patrignano». Dieci ragazze provenienti da vari settori formativi, coordinate dalla giovane stilista Ivana Pantaleo, li hanno realizzati, utilizzando scarti di materiali, di tessuti e persino di frutta e verdura - strumenti preziosi per tingere - provenienti dalla comunità stessa.

I biglietti di ingresso partono da una base di dieci euro e la vendita sarà sospesa un'ora prima dell'inizio della rappresentazione. La prima di stasera comincia alle 19.30, la replica dello spettacolo, prevista per domani, è fissata alle 20.

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