nostro inviato a Torino
È iniziata una nuova era in casa Agnelli. Quella che vede John Elkann prendere il timone, dopo la «cassaforte» Ifi, anche dellaltra holding di famiglia, quellIfil che controlla Fiat Group (30,45%), ma anche Alpitour (100%), Juventus (60%) e C&W (70%). E ha partecipazioni in Sequana Capital (26,6%), Sgs (15%), Banca Leonardo (9,8%), Intesa Sanpaolo (2,45%) e Perella Weinberg Partners (1,9%). Il cambio della guardia, suggellato ieri al termine dellassemblea degli azionisti e previsto da tempo, ha visto Gianluigi Gabetti assumere la presidenza onoraria della società e la nomina a vicepresidente di Tiberto Ruy Brandolini dAdda, insieme alla conferma di Carlo SantAlbano come amministratore delegato. Nel cda, da cui sono usciti Daniel John Winteler e Giancarlo Lombardi, sono entrati Sandro Salvati ed Eugenio Colucci.
La presidenza di Elkann, che il nonno Gianni Agnelli aveva indicato come erede dellimpero finanziario e industriale, sarà nel segno della continuità. «Seguirò la rotta - ha detto il giovane ingegnere rivolto a Gabetti, emozionato a tal punto da indossare un paio di occhiali scuri - sperando che il vento sia favorevole».
Elkann ha subito indicato il cammino che vuole percorrere: «LIfil - ha spiegato - continua a essere al centro delle mie responsabilità». Una sorta di nuova benedizione allaccoppiata composta da Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne.
Lassetto di governance ci soddisfa - ha aggiunto Elkann -. Rimango vicepresidente del Lingotto e ci auguriamo di mantenere i buoni risultati». Il progetto che traspare, comunque, è quello di dare allIfil unulteriore accelerazione dopo la presentazione di risultati che nel primo trimestre dellanno hanno visto lutile crescere del 7,4% sulla scia di un 2007 positivo. Allorizzonte ci sono nuovi investimenti (600 i milioni in cassa, ma la potenza di fuoco effettiva può essere portata a un miliardo) e obiettivi più ambiziosi per il raggiungimento dei quali è stata rafforzata la squadra di manager. Nel mirino, oltre a Stati Uniti, Cina e India, cè anche lItalia dove, ha osservato SantAlbano, «vediamo molte interessanti imprese a gestione familiare».
Presente allassemblea era anche Sergio Marchionne insieme con i manager che fanno parte del «direttorio» di via Nizza. Per lad della Fiat il nuovo assetto dellIfil non avrà ripercussioni sul gruppo. E nellaugurare a Elkann «un in bocca al lupo», Marchionne ha salutato Gabetti definendolo «persona unica, eccezionale, un punto di riferimento».
A proposito di Montezemolo, pronto a diventare presidente di Fiat Group a tempo pieno, lad ha escluso possibili sovrapposizioni: «Ha molto da fare alla Ferrari e ognuno fa il suo mestiere».
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