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Jimenez Sigaro, codino e Ferrari: il golfista alla «Miami Vice»

Visto il maltempo che imperversa e i nomi di poco appeal al comando dopo il primo giro, si rischiava un Bmw Italian Open minimalista e invece… E invece, oltre a Manassero, è arrivato a rischiarare il cielo sopra il Royal Park Miguel Angel Jimenez, con il suo swing con il certificato di garanzia.
Lo spagnolo è giunto a Torino fresco di separazione, senza insomma la classica coda familiare. Quella tricologica, invece, ha deciso di continuare a tenersela: «Ho 46 anni e molti amici mi suggeriscono che sarebbe forse ora di dare un taglio diverso ai miei capelli, ma ormai il codino è il mio personalissimo biglietto da visita, un modo come un altro di distinguermi dagli altri».
Sigaro fumante in bocca, telefonino viola tra le mani e una Ferrari rombante da guidare: questo il riassunto della felicità per il quarantaseienne Jimenez, che sottolinea, però, di non giocare (più) per i soldi: «Non è il denaro lo scopo della mia vita. Piuttosto è saper vivere il momento, divertirmi ed essere sempre me stesso». Insomma: una filosofia di vita a metà strada tra il classico Carpe Diem di ovidiana memoria e il tamarrissimo «Miami Vice» televisivo. Filosofia che gli ha permesso di dire no al Tpc, il ricco torneo che si sta giocando contemporaneamente in Florida: «Sono troppo vecchio ormai per tutti questi voli transoceanici. Molto meglio restare in Europa e giocare in Italia». E se questo significa rischiare la nomination, ovvero di non guadagnar punti per la squadra di Ryder Cup, amen: «Per entrare nel team, devo solo giocare bene.

Il resto non conta».

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