Josè a Madrid: è fatta. Ma deve tagliarsi lo stipendio

Josè a Madrid: è fatta. Ma deve tagliarsi lo stipendio

Bayern-Inter è già cominciata. Con qualche giorno d’anticipo sulla scadenza canonica. E non solo per le stoccate di Luis Van Gaal al suo ex collaboratore Josè Mourinho. É cominciata con un bel rullio di tamburi. Il club tedesco non si è fermato dinanzi alla conferma della squalifica da parte dell’Uefa riferita a Ribery (tre turni, di cui uno già scontato, che lo porteranno a saltare anche la finale di Madrid) ma ha deciso di rivolgersi al Tas di Losanna nell’estremo tentativo di ottenere uno sconto di pena per il francese.
A quella decisione annunciata dal presidente Rummenigge, fuori dagli schemi tradizionali e che politicamente rappresenta uno schiaffo per l’Uefa di Platini, si è aggiunta una pepata intervista di Luis Van Gaal che ha rifilato una serie di scudisciate sulla schiena di Josè Mourinho. I due, una volta collaboratori ai tempi del Barcellona, il primo, l’olandese, come tecnico, il secondo, il portoghese, come interprete, si ritroveranno l’uno contro l’altro armati a Madrid nella cattedrale del Santiago Bernabeu la sera di sabato 22 maggio per la finalissima di Champions. «Quando lavorava con me era molto umile» la prima stoccata del tecnico del club tedesco rifilata nel corso dell’intervista al Mundo Deportivo. Ancora più decisa la stroncatura dell’atteggiamento tenuto da Mourinho al Camp Nou, a fine partita: partì col dito alzato verso lo spicchio del tifo interista per esultare, inseguito e preso al collo dal portiere del Barça, Valdes. «Io non lo avrei fatto- le parole di Van Gaal- Non mi sarei mai comportato in modo così provocatorio».
Tenera la descrizione del primo Mourinho da parte del maestro Van Gaal. «Aveva preso il suo lavoro seriamente: era molto puntuale e mi portava le sue analisi perfino a casa» il racconto divertente prima di scavare il solco tra lui e Josè nel frattempo diventato il profeta di Setubal. «Si vedeva da allora che capiva il gioco del calcio. Lo educai e gli spiegai come doveva svolgere il suo compito. Adesso lui allena per vincere, io non solo per questo ma anche per esprimere un bel gioco. Perciò ilò mio cammino è più difficile» la conclusione di Van Gaal, affilata come una stilettata nel costato.
Mourinho, a Madrid, non sarà solo. Avrà il sostegno del tifo interista al seguito e l’appoggio incondizionato della capitale spagnola, riconoscente per aver eliminato il Barcellona e non solo. Mourinho sarà il prossimo condottiero del Real. Florentino Perez, il presidente, ha deciso e ha confezionato una proposta sottoposto all’agente di Mourinho, Mendez. Di qui la frase pronunciata martedì sera a Roma: «Non posso dire di restare all’Inter». La proposta madridista è la seguente: il Real è pronto a pagare la penale, 7 milioni di euro, che consente a Mourinho di sciogliere il proprio contratto con Moratti, a patto che il portoghese corregga al ribasso la cifra pretesa per trasferirsi in Spagna. Intorno a queste cifre è in corso la trattativa che fonti autorevoli spagnole considerano ben avviata e destinata a concludersi, non appena sarà conclusa la finale di Champions, in maniera positiva.


Mourinho diventerà il prossimo importante investimento del Real, convinto di dover solo ritoccare, in qualche ruolo, la sontuosa rosa messa a disposizione del cileno Pellegrini, attualmente in corsa per il successo nella Liga, battaglia punto a punto col Barcellona. Dal giorno in cui Mourinho si congederà dal calcio italiano, toccherà all’Inter provvedere alla sua sostituzione.

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