Jurman: «Dopo Amici, penso a X Factor»

Per forza alleva campioncini come Marco Carta e Alessandra Amoroso. Luca Jurman viene dal soul classico, quello di Ray Charles e della Motown, e sa come usare la voce ma anche come cantare «di pancia». Prende i classici «black» confezionando loro un nuovo, sontuoso vestito e così incide il doppio album Live in Blue Note, registrato nel tempio del jazz milanese, ed è subito costretto a organizzare immediatamente altri due show (il 7 ed 8 gennaio) nello stesso locale. Il soul è il suo pane (basta ascoltare l’incredibile versione dei I Heard It Through the Grapevine di Marvin Gaye o il taglio soul reggae di No Woman No Cry con tutto il pubblico che canta in coro), il ruolo di «vocal coach» ad Amici lo ha trasformato in personaggio tv: cosa volere di più? «Sono un musicista e cantante - si schermisce Jurman - e da lì è partito tutto. Ora faccio anche l’arrangiatore, il produttore e quello che ho imparato lo metto a disposizione dei giovani». Carta e la Amoroso, dall’altro del loro successo, ringraziano. «I talent show sono un buon veicolo - sottolinea Jurman - per i ragazzi, che però non devono cadere nella trappola di sentirsi arrivati. Bisogna continuare a studiare, coltivare il successo, che altrimenti è una macchina che scappa alla velocità della luce». Per questo Jurman, oltre a scrivere brani per un nuovo disco e a programmare con la sua band concerti in tutta Italia, sta scrivendo un metodo per insegnare canto. «Non sempre è vero che cantare è una cosa naturale; ci sono mille problemi da affrontare, non ultimo la corretta alimentazione. Il reflusso gastroesofageo è chiamato “malattia dei cantanti”; per questo non devono mangiare pomodoro o bere caffeina e bibite gassate». Teoria e pratica insomma: ma è più difficile insegnare, comporre o rileggere gli evergreen della musica nera? «Sono cresciuto con la black music, quindi la reinterpreto cercando di metterci qualcosa di mio. Ho studiato in America, concentrandomi nell’inventare nuovi arrangiamenti senza snaturare la natura dei brani dei giganti del soul. Scrivere è un impulso che viene dal cuore. Per insegnare ci vuole amore per la musica». Spesso, almeno in tv, condita da forti polemiche. «Amo la discussione ma non la polemica sterile. Però a volte mi tirano dentro e mi accaloro, perché non so tacere quando qualcuno parla di musica lanciando messaggi sbagliati, o peggio ancora per il proprio interesse».

Qualcuno butta lì che l’anno prossimo cambierà squadra e sarà a X Factor, ma lui non si lascia trascinare nel gorgo dei «si dice» e sermoneggia: «Non so dove sarò e non mi importa, ma sarò sempre disponibile ad andare ovunque ci sia da fare per il bene della musica».

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