Alessandro Parini
da Torino
Nientericorso al Tribunale Amministrativo del Lazio: la Juve torna nell'alveo della giustizia sportiva e, al termine di unaltra giornata dell'assurdo, comunica intorno alle 20 ai giornalisti - dopo avere già messo al corrente gli uffici del Coni e quelli della Consob - di avere «deliberato all'unanimità di ritirare il ricorso presentato nei giorni scorsi. Il Consiglio ha preso atto dei significativi segnali di disponibilità che le istituzioni sportive hanno palesato nelle ultime ore per risolvere con equità la vertenza in corso ed ha constatato che tale apertura costituisce un netto cambiamento rispetto a quanto registrato al termine della fase di conciliazione». Secondo il CdA, «con questa decisione in linea con i principi di lealtà e con i valori sportivi che sono alla base della sua attività e della sua tradizione, la Juventus ancora una volta afferma la propria volontà di apertura nei confronti delle istituzioni sportive. La società, inoltre, ribadisce la fiducia nella giustizia sportiva e la volontà di collaborare per il miglioramento del calcio italiano così come ha fatto rinnovando il proprio consiglio di amministrazione e dotandosi di un sistema di controllo interno più severo». Considerate le gravi penalizzazioni comminate, il club «confida che nell'ambito del successivo grado di giustizia sportiva sarà definito un trattamento significativamente migliorativo rispetto all'attuale. Da domani (oggi, ndr), la Juventus concentrerà ogni suo sforzo nella gestione sportiva per conseguire ambiziosi traguardi».
Fin qui la versione ufficiale. Edulcorata non poco. Perché il CdA bianconero era iniziato alle 15 in punto e solo alle 19,20 Marco Tardelli aveva preso la porta per lasciare la sede. In sostanza, l'unanimità è arrivata dopo lunghe discussioni e probabili divergenze, anche sostanziali. Falchi contro colombe, insomma: alla fine hanno vinto le seconde e i campionati potranno ora partire nelle date previste: nel frattempo, la Juventus farà immediata richiesta «per avviare l'arbitrato davanti alla camera Arbitrale del Coni» che dovrebbe svolgersi entro la fine della prossima settimana. Secondo alcune voci, la penalizzazione che la società bianconera dovrà recuperare nel prossimo campionato di serie B sarebbe ridotta a 5 punti, dai 17 attuali. Praticamente certo anche l'annullamento delle tre giornate di squalifica del campo, mentre i due scudetti revocati resteranno tali.
«Il CdA è durato quattro ore, quindi si è trattato di una decisione meditata - ha poi dichiarato il presidente Giovanni Cobolli Gigli, l'uomo che ancora un paio di giorni fa aveva garantito che la Juve non si sarebbe fermata se non di fronte alla restituzione della serie A -. Abbiamo valutato attentamente tutti gli elementi: è una decisione che fa bene alla Juve, ma non soltanto alla Juve. Gran parte dei tifosi forse non capirà quanto accaduto, ma quelli che sono qua fuori non sono la totalità dei tifosi della Juventus». Pochi e (molto) arrabbiati, quelli cui fa riferimento il presidente bianconero: mai più di una cinquantina, in prevalenza pensionati che avrebbero preferito andare al Tar per vedere difeso fino all'ultimo l'onore del popolo juventino. Erano arrivati fin dalle 14, con pochi slogan ma d'effetto: «Alzate la schiena, parolai»; «Rivogliamo Moggi e Giraudo»; «Avrei voluto morire alla fine dello scorso campionato, pur di non vedere tutto questo» e via di questo passo. Quando è apparso chiaro a tutti che il ricorso al tribunale amministrativo non ci sarebbe stato, è esplosa la rabbia.
In serata, è intervenuto il commissario della Figc, Guido Rossi, per rispondere a chi sosteneva che la Juve ha ricevuto garanzie precise: «Mi indigna che si possa pensare che il rispetto delle regole sia frutto di combinazioni sottobanco»; e ancora: «Io non posso fare alcuna concessione, quelle le fanno i giudici». Compiaciuto invece Gianni Petrucci, presidente del Coni: «Si tratta di unimportante conferma del riconoscimento dell'autonomia dell'ordinamento sportivo... Un apprezzamento particolare va all'ing.
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