da Roma
La notizia è secca come il nome del nuovo direttore sportivo della Juventus: Alessio Secco. «A partire da oggi - commenta il neo amministratore delegato bianconero, Carlo SantAlbano - Secco si metterà al lavoro insieme a Capello per la preparazione della stagione sportiva 2006-2007. Questa soluzione organizzativa si ispira a una visione innovativa che, sono certo, entrambi sapranno interpretare al meglio, mettendo professionalità, passione ed entusiasmo al servizio della Juventus in linea con la tradizione sportiva della società, rispondendo così nel migliore dei modi alle attese di tutti i nostri straordinari tifosi». Ma il vero successore di Moggi ha un nome celebre: Fabio Capello. Dalla prossima stagione il mister juventino ricoprirà il doppio ruolo di allenatore e manager, assumendo su di sé la funzione di responsabile dellarea tecnica e del mercato. Il nuovo corso della Juve, dunque, parte dal suo interno. Anche Secco è un nome noto nellambiente. Fino a pochi giorni fa ricopriva il ruolo di team manager e coordinatore dellufficio stampa del club torinese, ed è finito suo malgrado nel calderone delle intercettazioni disposte dalla procura di Napoli. Svariati i riferimenti, sempre ricollegabili a questioni allapparenza marginali (biglietti omaggio, gadget, regalini), che diventano fondamentali per gli inquirenti impegnati a dimostrare la vastità della «rete di Moggi». Per queste «seccature» Lucky Luciano ha sempre una risposta pronta: «Non cè problema, rivolgiti a Secco».
Il 4 febbraio 2005, in occasione dellanticipo Palermo-Juventus, Secco viene tirato in ballo in una conversazione fra Tullio Lanese, capo dellassociazione italiana arbitri, e limmancabile Lucianone. Lanese è in cerca di biglietti. Moggi risponde al volo: «Chiedi direttamente a Secco». Lanese: «Quattro biglietti più due glieli posso chiedere, no?». Non cè problema, e non ci sono problemi nemmeno due settimane più tardi quando Secco richiama Moggi per avere lumi sulle «abituali richieste di biglietti e gadget» da parte di Lanese. Sono sei i tagliandi, taglia corto Luciano. Che li mette a disposizione del capo dellAia alla reception dellalbergo Liberty di Messina. Lanese si stranisce perché la busta è a suo nome «ma nonostante ciò - scrivono i carabinieri - chiede anche dei gadget e biglietti per lincontro di Champions a Madrid, ricevendo la pronta disponibilità di Moggi».
Esattamente un anno fa, poi, Secco riemerge tra le righe di unintercettazione in cui Moggi e Giraudo si mostrano preoccupatissimi perché il giornalista Giorgio Tosatti ha minacciato di voltar loro le spalle dopo aver «bucato» unintervista in esclusiva allallenatore della Juventus, Fabio Capello, che i due terzi della triade gli avevano promesso. Il tecnico, infatti, si concede anche alle telecamere di Varriale. Giraudo si amareggia: «Mi dispiace - sospira - perché abbiamo sbagliato anche noi secondo me, dovevamo starci più attenti, cazzo!». Ma Moggi la prende con filosofia, e semmai se la prende con lo staff responsabile delle relazioni con la stampa, anche se assolve Secco&Co a causa della confusione del dopopartita: «Eh - esclama - ma starci più attenti? Più che metterci... cera Romi, e Girotto e Alessio Secco, però in quella confusione lì, come fanno a stabili se Varriale... ti ci trovi lì (...) e loro no, non hanno saputo discernere».
E ancora. Il giornalista di RaiSport Ignazio Scardina, a margine dellavvio dellaffaire Pieroni (quello in cui Moggi chiede allamico cronista di disinnescare le dichiarazioni al vetriolo dellex presidente dellAncona), prima di chiedere la «solita» Fiat a prezzo di favore, domanda al dg bianconero unintervista a Nedved. Lucianone allinizio parte in quarta e fa il nome di Secco: «Chiamalo adesso, glielo dico subito». In fondo è il suo lavoro, anche se poi del caso si occuperà il collega Marco Girotto, addetto stampa senior.
Un punto sul quale Secco sembra a conoscenza di uno tasselli collaterali del «sistema Moggi» è proprio quello del parco auto a prezzo scontato che la casa costruttrice torinese mette a disposizione del Dg bianconero, che ne fa largo uso nellinteresse della Juve. Dopo uno stop alle forniture a prezzo ridotto, Moggi fa ripartire lingranaggio, che ruota intorno a un concessionario di Torino. Si impegna anche a preservare il posto di lavoro del titolare di quella concessionaria. Anche il nuovo diesse sembra preoccuparsi sia per la sua sorte che per quella del «parco auto».
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