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Kakà e Gilardino sono tornati questo Milan non si ferma più

Doppiette per il brasiliano e per l’ex parmense: i rossoneri travolgono l’Ascoli. Scoppia il caso Kaladze

Kakà e Gilardino sono tornati questo Milan non si ferma più

nostro inviato ad Ascoli

Cinque i chili persi da Ronaldo con la dieta preparata da Milan Lab, cinque i gol che la squadra di Ancelotti segna ad Ascoli. Grazie anche al contributo del brasiliano, non in condizioni ottimali e in dubbio fino all’ultimo. Il suo nome non appare nel tabellino marcatori solo perché i suoi due gol vengono annullati per fuorigioco (con forti dubbi sul primo), ma è decisivo come rifinitore nella prima mezz’ora quando i rossoneri mettono le mani sulla partita.
Carlo Ancelotti lascia a casa sei giocatori, tra cui Dida e Maldini, risparmiato per la Champions, ma chiede ai suoi una vittoria importante. Che diventa una vittoria segnata dai record: mai infatti il Milan aveva segnato cinque gol in questa stagione e mai nei quattordici precedenti nelle Marche aveva vinto con un punteggio così largo. La rete lampo di Gilardino, che dà il via alla goleada, è il numero 4000 dei rossoneri nei campionati di serie A a girone unico (dal ’29-30). Due doppiette per la punta azzurra e per Kakà, entrambi a quota 15 in stagione. «Sono contento perché i due gol sono serviti per vincere – dice il Gila – la gara di ieri e quella di Messina sono state fondamentali. Ci siamo avvicinati alla Lazio (rosicchiati quattro punti nelle ultime due partite, ndr), possiamo guardare anche al terzo posto». Ma intanto il dato che più interessa ai rossoneri è il +4 che li separa da Palermo e Empoli, dirette concorrenti per la più concreta quarta piazza.
Martin Ferguson, fratello di sir Alex ed emissario del Manchester ad Ascoli, magari non ne aveva bisogno ma ieri ha avuto conferma che il Milan sta bene in attacco (la squadra rossonera segna consecutivamente da sette partite, con 17 gol all’attivo), e nel momento decisivo della stagione ha ritrovato un’arma micidiale, il Kakà già capocannoniere in Europa. Quel che preoccupa è una difesa che ieri ha lasciato a desiderare: Oddo è parso stranamente svagato, Bonera si è fatto spesso «uccellare» dai non irresistibili attaccanti di casa.
Bastano centotrenta secondi e i bianconeri raccolgono già il pallone in fondo al sacco. Merito di Ronaldo che approfitta di un’errata applicazione del fuorigioco di Lombardi e offre un assist invitante a Gilardino che non può sbagliare. Partita già in discesa e chiusa nei 24 minuti successivi, quando Gilardino concede il bis (seconda volta stagionale dopo la doppietta alla Fiorentina il 16 dicembre scorso) su cross di Jankulovski e Kakà centra il rigore procurato da Ronaldo, con la difesa di casa saltata come birilli. E meno male per l’Ascoli che Eleftheropoulos aveva compiuto almeno tre interventi prodigiosi.
Il Milan inizia a tirare i remi in barca, facendo arrabbiare un po’ Ancelotti («abbiamo mostrato un po’ troppa sufficienza in certi frangenti, insieme a un calo di concentrazione che ha permesso all’Ascoli di riaprire la partita»). Guberti è l’unico ascolano che non si arrende: riesce a procurarsi un rigore (che Di Biagio trasforma) grazie a un clamoroso svarione della difesa milanista e poi a segnare anche un gol dalla distanza con Kalac un po’ sorpreso. Nel frattempo però Kakà aveva ridato fiato al Milan, cogliendo la sua doppietta con uno strepitoso tiro da fuori area (in stagione già due gol al Catania il 20 dicembre scorso) prima di lasciare il campo nell’intervallo per un affaticamento muscolare – salterà Milan-Cagliari di sabato -. Ripresa sul velluto nonostante il calo (scontato) di Ronaldo. Un gol annullato a Paolucci è l’unico brivido per il Milan che sale a cinque reti con Seedorf che sfrutta il tocco morbido di Pirlo. Nel giorno del trionfo Ancelotti, che ha fatto debuttare il giovane argentino Grimi, ha dovuto anche fare i conti con un piccolo caso: Kaladze, escluso dagli undici titolari per scelta tecnica, non ha gradito e sembrerebbe non aver accettato nemmeno la panchina. Nel finale il solito tormentone contratto dell’allenatore. «Ho solo detto che voglio rinnovare, ma ora pensiamo al Manchester».

La replica di Galliani: «Ancelotti resterà tanto tempo al Milan, ma non c’è bisogno di allungarlo con un anno e mezzo di anticipo».

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