Belgrado - Il gioco della difesa per dilatare i tempi. L’ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic, arrestato lunedì su un autobus alla periferia di Belgrado, intende allungare al massimo i tempi della sua consegna al tribunale internazionale dell’Aja per i crimini di guerra in ex Jugoslavia. Lo ha lasciato capire oggi il suo avvocato, Svetozar Vujacic, precisando in un’intervista televisiva che il ricorso contro l’ordine di estradizione - già disposto in prima istanza dalla magistratura serba - non sarà presentato oggi, come inizialmente annunciato, ma venerdì: l'ultimo giorno utile. Vujacic ha aggiunto di ritenere scontato il via libera finale alla estradizione e ha accusato la autorità di Belgrado di essere pronte anche a "infrangere i termini previsti" dalla procedura. Ma ha comunque rimarcato di voler portare avanti l’appello sino in fondo.
I tempi si allungano Da queste basi il trasferimento del super ricercato all’Aja difficilmente potrà avvenire prima dell’inizio della prossima settimana. Un arco di tempo durante il quale, come fanno notare alcuni commentatori, il governo filo-europeo di Belgrado dovrà guardarsi dal rischio di proteste di piazza dei nazionalisti, una forza non marginale nella Serbia di oggi. Proteste che finora si sono rivelate sotto tono, ma che Aleksandar Vucic, uno dei tribuni del partito radicale serbo (Srs, opposizione ultrarevanscista), ha già auspicato di veder crescere d’intensità nei prossimi giorni.
Davanti al Tpi In Olanda Karadzic sarà rinchiuso nella prigione di Sheveningen, sotto la giurisdizione dell’Onu. Comparirà davanti al giudice ed entro trenta giorni dovrà dichiararsi colpevole o non colpevole. Nell’ipotesi probabile che dichiari la sua innocenza, sarà nominata una corte giudicante e ci vorranno diverse settimane per istruire un processo che potrebbe durare anni. E durante il quale il super ricercato potrebbe scegliere di difendersi da solo.
Secondo il legale, l’ex leader serbo-bosniaco aveva intenzione di consegnarsi alle autorità serbe nel gennaio 2009, "quando avrebbe potuto difendersi davanti a un tribunale serbo" poichè secondo il mandato dell’Onu il tribunale internazionale dell’Aja dovrà concludere entro la fine di quest’anno tutti i processi relativi ai crimini commessi nell’ex Jugoslavia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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