Kimoni di francobolli e lanterne di cannucce: ecco l’arte del riciclo

Kimoni di francobolli e lanterne di cannucce: ecco l’arte del riciclo

Pinocchio si è fatto grande e pure responsabile: costruito con gli scarti di altri «cugini» più piccoli è ai Magazzini del Cotone al Porto Antico per vegliare, dall'alto dei suoi cinque metri, le sorti di uno dei tanti incontri che attraversano Genova dal 3 al 5 giugno. Sì perché quest'anno la Giornata Mondiale dell'Ambiente promossa dall'Onu ogni 5 giugno ha a Genova il suo centro europeo. La città si ferma e riflette su temi quali le energie alternative, la tutela del verde e il ciclo dei rifiuti tra convegni, conferenze, workshop e mostre in un 2010 dedicato alla biodiversità. All'appello non mancano neppure gli artisti: tra le iniziative ecco «Dumping Art 2010» che inaugura giovedì 3 giugno da Artelier (fino al 30 giugno 2010, Cortile Maggiore di Palazzo Ducale, ore 14-19; sabato su appuntamento) e coinvolge anche altri luoghi della città. Il nostro enorme Pinocchio è, infatti, un'opera d'arte. A crearlo è stato Edoardo Malagigi, docente all'Accademia di Firenze da anni attivo con progetti sostenibili, che per l'occasione ha anche riletto in chiave eco il simbolo per eccellenza della Superba. La Lanterna è approdata nell'atrio di Palazzo Ducale in un'installazione: un totem di 394 cannucce per la potabilizzazione dell'acqua. Un'esperienza visuale inedita e temporanea: al termine di «Dumping Art» ogni cannuccia prenderà il volo. Destinazione l'Africa: ciascuna assicurerà 700 litri di acqua potabile a un bambino, proteggendolo per circa un anno da malattie che da noi sono solo un ricordo. Sono queste due opere, la Lanterna e Pinocchio, i simboli di «Dumping Art/Dalla discarica al riciclo: arte a tutela dell'ambiente», curato da Artelier, che nei suoi spazi a Palazzo Ducale presenta una selezione di opere che fanno della creatività un monito e un messaggio. Artisti e giovani studenti dell'Accademia di Brera raccontano una ricerca che si inscrive in un'ottica di responsabilità personale e civile. Un'arte che prende corpo donando nuova vita a oggetti e materiali altrimenti destinati all'oblio. Il motto dell'art pour l'art è posto in discussione mentre la fortunata poetica dell'oggetto trovato - strappato al suo destino per essere rivestito di altri significati - conosce nuove declinazioni. Si fa, ad esempio, abito da sogno nelle mani di Caterina Crepax: suo padre, il grande Guido, su carta ha dato vita a Valentina; lei, invece, crea un vestiario immaginifico armata di scarti tipografici, scontrini e bordi forati di tabulati. Documenti e formalità trovano una nuova pelle, raffinata e capace di panneggi dall'allure romantica. L'abito stuzzica anche la fantasia degli studenti di Brera in un kimono di francobolli: sono tanti gli allievi di Maria Teresa Illuminato, artista e docente del corso di Ecodesign, fondatrice di Saveart, collettivo nato nel 2004 per guardare a cavallo tra arte, design e moda a un nuovo domani per la messe degli scarti della nostra società. Non mancano poi una dama di cartapesta dal cuore di plastica di Gigi Degli Abbati e opere di Lufer, Gianni De Paoli e Claudio Costa a Palazzo Bianco, dove Amiu presenta i nuovi obiettivi della Fabbrica del Riciclo, mentre Ruben Esposito è a Palazzo Rosso.

Ma «Dumping Art» è anche un progetto educativo con laboratori didattici organizzati insieme a Ricrea per far toccare con mano ai bambini la bellezza targata eco nella speranza di un futuro più verde e sostenibile: in una parola davvero friendly.

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