Premessa numero uno: è un gioco e come tale l’abbiamo confezionato. Farà discutere, naturalmente ma niente dietrologia: le scelte sono nate in redazione, complice un clima allegro e spensierato, ieri pomeriggio. Premessa numero due: abbiamo allestito i migliori schieramenti possibili di Juventus e Inter, tenendo fuori i grandi infortunati (tipo Iaquinta, per intendersi) ma inserendo nell’elenco quelli in dubbio (tipo Trezeguet e Sneijder) e lo squalificato Maicon, prima di arrivare alla sintesi, allo squadrone. Premessa numero tre e ultima: abbiamo aggiunto alla contabilità degli undici il tecnico e un pezzo simbolico di panchina, tre, quanti sono i cambi a disposizione, perché sono anche questi dettagli che possono orientare la sfida di sabato sera a Torino.
E allora ecco il responso che vede un largo successo dell’Inter sulla Juve nella sfida ruolo per ruolo: 7 a 4. Ma attenti non è l’esito di sabato sera, tutt’altro. Sulla carta non si tratta di un ribaltone, semmai la conseguenza inevitabile di quel che è accaduto durante il calcio-mercato (5 rinforzi appuntiti per i neroazzurri, altrettanti di valore diverso da parte degli juventini) e quel che è rintracciabile nei bilanci rispettivi (l’Inter ha chiuso con quasi 180 milioni di deficit azzerato da un assegno dell’azionista). In Italia e nel resto dell’Europa, le classifiche dei singoli tornei corrispondono perfettamente ai budget dei club di prima fascia, con qualche eccezione (Barcellona che soppianta il Real Madrid) destinata però a confermare la regola.
Molti duelli hanno avuto un esito scontato: per esempio Maicon avrebbe avuto la meglio su chiunque, si tratta del numero uno al mondo nel suo ruolo. Altri invece sono stati decisi dallo spessore dell’interessato (per esempio Sissoko che sopravanza Thiago Motta), altri ancora infine, come nel caso dei portieri, Buffon fuoriclasse assoluto da una parte, Julio Cesar campione di rendimento dall’altra, scanditi dal distacco minimo, questione di centimetri. C’è costato, per entrare nel dettaglio della graduatoria, retrocedere Cannavaro rispetto a Lucio e non solo perché si tratta del capitano della Nazionale campione del mondo. Le ultime performance di Fabio hanno di sicuro influenzato il giudizio finale anche se a Cagliari lo hanno colpevolmente lasciato solo contro l’agile e scattante Matri, lanciando Chiellini all’assalto. Fin qui neanche Lucio ha brillato: troppe volte ha concesso valichi, perso duelli uno contro uno, ma altrettante volte ha con l’esempio promosso reazioni orgogliose di tutta l’Inter.
Conclusione: a decidere saranno gli episodi, senza escludere l’abilità della panchina. Mourinho è un professore rispetto all’apprendista Ferrara ed è chiamato a fare la differenza. Insieme con la panchina che parla a favore dell’armata morattiana.
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