L’agenzia dei viaggi gratis, ma con carte clonate

Enrico Lagattolla

«Self made men», veri e propri. Storia di cinque centrafricani giunti in Italia con le tasche vuote, e di tasche che in breve si sono riempite. Grazie a una truffa.
Perché i cinque, tre ganesi e due senegalesi, organizzano un business fatto di biglietti aerei e decine di numeri di carte di credito clonati dalle banche dati di Visa e Mastercard. Codici che da oltremanica passano in Vietnam, e arrivano a Milano. Dove il gruppo apre un’«agenzia low cost».
Il meccanismo è semplice. Acquistano biglietti da un tour operator, e li rivendono ai connazionali a metà prezzo. Quel che avanza è tutto profitto. Con un occhio alla solidarietà. Perché se qualcuno i soldi proprio non li ha, allora il biglietto è gratis. Tanto, a pagare è qualcun altro.
Destinazioni privilegiate, Akra e Dakar. Ma qualcuno è arrivato fino a Tokio. Costo del viaggio, 3mila euro. Spesa effettiva, 1.500. In breve (da 2 all’8 agosto) i cinque incassano oltre 50mila euro. E, altrettanto rapidamente, finiscono in manette.

La segnalazione arriva dal tour operator a cui il gruppo si rivolge, che segnala le anomalie a Visa, Mastercard, polizia postale e Procura. Che fa arrestare i «self made men» con l’accusa di truffa e uso abusivo di carte di credito. Quando si dice, il rischio d’impresa.

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