Che fare se allimbarazzo si aggiunge altro imbarazzo? Che fare se di fronte ai deragliamenti verbali lungo la nascente linea dellAlta velocità, mostrati da una sinistra tenuta in scacco dagli irriducibili del fronte «no-Tav», si aggiunge ora anche una Cgil spaccata come una mela? Che da un lato prende le distanze dalle irrequietezze degli ultrà ambientalisti e dallo sciopero generale in tutta la Val Susa, proclamato avantieri a tarda sera al termine della caotica assemblea di Bussoleno, per il 16 novembre e, dallaltro, sposa le tesi e le motivazioni della protesta. Lunica soluzione per la sinistra ufficiale capitanata da Mercedes Bresso, al timone della Regione Piemonte, rimane solo quella di battere in ritirata e limitarsi a ripetere, a denti stretti, che la linea dellAlta velocità Torino-Lione «si farà, dal momento che è unopera troppo fondamentale e strategica per lEuropa». Il nuovo siluro è giunto di buonora ieri, quando Vanna Lorenzoni, segretaria generale della Cgil di Torino, ha lanciato il suo altolà: «Quello sciopero della Valle contro lAlta velocità non sarà proclamato nè organizzato dalla Cgil. Non c'è spazio per uno sciopero generale perchè non condivido le ragioni di quella protesta. Nella Cgil lopinione prevalente è che la linea ferroviaria Torino-Lione si debba fare. Naturalmente bisogna trovare le condizioni per poterla fare. Ci vuole il dialogo con la comunità locale e la negoziazione». Un no doppiamente imbarazzante, se si considera che i delegati hanno raccolto nelle fabbriche quattromila firme e che la Fiom ha già dichiarato il suo appoggio alla protesta, tantè che allinterno della stessa segreteria della Cgil torinese la frattura è gia apparsa evidente ieri.
Non la pensa come Vanna Lorenzoni, infatti, Fulvio Perini, membro della segreteria torinese: «È giusto che i lavoratori della valle chiedano lo sciopero e che lo facciano. La Cgil non rimarrà alla finestra, una parte lavorerà per quello sciopero. La posizione di Vanna Lorenzoni per me è sbagliata. Titolari dello sciopero sono i lavoratori interessati e le strutture: tutte le categorie della valle chiedono la lotta e quindi la faremo». Anche Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom torinese, ribadisce il suo sostegno allo sciopero: «Il diritto di sciopero è dei lavoratori, i sindacati sono liberi di scegliere se organizzarlo e sostenerlo. Noi della Fiom di Torino stiamo con i nostri lavoratori e lorganizzeremo». E, nel frattempo,gli irriducibili delle barricate? Si devono dare una calmata,è il pensiero di Roberto Rosso, sottosegretario al Welfare.
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